“Ultima Cena blasfema? Era l’Olimpo durante una festa pagana”

Ma quali drag-queen al posto degli apostoli? Dopo la bufera che si è abbattuta sulla – presunta – rappresentazione dell’Ultima cena andata in scena durante la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi  – con Salvini che ha parlato di “francesi ridicoli” e le ire di vescovi italiani e d’Oltralpe – è intervenuto il direttore artistico dello spettacolo a chiarire la vera natura della rappresentazione. Non si trattava dell’Ultima cena di Leonardo Da Vinci, bensì di una festa pagana, ha spiegato il creatore dello show Thomas Jolly in un’intervista all’emittente Bfm Tv.

“Non era l’Ultima cena”, ma intanto l’organizzazione chiede scusa

“Credo fosse abbastanza evidente che si trattava di Dioniso che arriva a tavola, è il dio della Festa, del vino e padre di Sequana, la dea legata al fiume. L’idea era una grande festa pagana, legata agli dei dell’Olimpo. Olimpo, Olimpo, spirito olimpico”, ha proseguito il creator cercando di far risuonare chiaramente il collegamento.

Sui social intanto spunta l’accostamento con il dipinto “Festin des Dieux” del pittore olandese Jan Harmensz van Bijlert, risalente al 1635 e raffigurante un banchetto mitologico durante le nozze di Teti e Peleo, i genitori di Achille. Sarebbe questa, dunque, la fonte d’ispirazione della chiacchierata raffigurazione di Jolly, e non il capolavoro di Leonardo Da Vinci.

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Ma quanti indignati saranno stati davvero convinti dalla spiegazione del direttore artistico? Per non sbagliare, l’organizzazione dei Giochi ha formalmente chiesto scusa: “Ovviamente la nostra intenzione non era di mancare di rispetto a un gruppo religioso, qualunque esso sia. Al contrario, la nostra intenzione era mostrare tolleranza e comunione. Se qualcuno è stato offeso, noi ce ne scusiamo”, ha affermato la direttrice della comunicazione di Parigi 2024, Anne Descamps.

Le polemiche

Quella che era nata come un’idea di rappresentazione inclusiva e contemporanea, è finita insomma per diventare motivo di scuse da parte dell’organizzazione dei Giochi. Da subito i social si erano infiammati nel commento compulsivo alla cerimonia d’apertura – da qualcuno definita addirittura “la peggiore di sempre” – ma sono stati in particolare politici e religiosi ad inondare di critiche la scena del banchetto.

Salvini sullo show

Tra gli indignati c’è Matteo Salvini: “Aprire le Olimpiadi insultando miliardi di Cristiani nel mondo è stato davvero un pessimo inizio, cari francesi. Squallidi”, ha detto senza mezzi termini. Sulla stessa lunghezza d’onda, ma con toni più sarcastici, l’eurodeputato Nicola Procaccini, capodelegazione di Fratelli d’Italia a Strasburgo: “Mi è piaciuta molto la cerimonia del Gay Pride. Sapete quando è prevista quella delle Olimpiadi?”.

In Francia la scena ha fatto insorgere Rassemblement National: “Che vergogna! L’apertura dei Giochi Olimpici è una rovina per la cultura francese”, ha affermato il portavoce del Rn, Julien Odoul. Marion Maréchal, nipote della leader del Rn, ha bollato lo show come “propaganda woke”, specificando che “non è la Francia a parlare, ma una minoranza di sinistra pronta a qualsiasi provocazione”. La conferenza dei vescovi è intervenuta diramando un comunicato per lamentare una cerimonia che “purtroppo ha incluso scene di derisione e scherno del cristianesimo”.

D’accordo il vescovo di San Francisco, Salvatore J. Cordileone, teologo conservatore tra i fautori della celebrazione della messa in latino noto per la sua opposizione ai matrimoni e alle adozioni da parte di coppie omosessuali.”Il fondamentalismo secolare si è ormai infiltrato nelle Olimpiadi, arrivando persino a bestemmiare la religione di oltre un miliardo di persone. Farebbero lo stesso con qualsiasi altra religione? Chiedo a tutti i nostri di pregare per un ripristino della buona volontà e del rispetto”, ha auspicato Cordileone. All’attacco anche Orban che ha denunciato il “vuoto morale” dell’Occidente, forse un po’ meno scontata l’indignazione di Elon Musk che ha insistito: “Una scena irrispettosa dei cristiani”.

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Tenere fuori contenuti divisivi e politici lontani dai Giochi non è sempre possibile e, in fondo, attorno a questa cerimonia si è imperniata una delle linee di frattura più attuali in Occidente tra conservatori e progressisti. “Non volevo essere sovversivo, né scioccare nessuno. Semplicemente, in Francia abbiamo il diritto di amarci, come vogliamo e con chi vogliamo”, ha aggiunto Thomas Jolly, “abbiamo il diritto di credere o di non credere. Abbiamo messo in scena semplicemente le idee repubblicane, di benevolenza e di inclusione”.

Fonte : Today