Alla riunione partecipano il capo del Mossad David Barnea, il capo della Cia William Burns, il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al Thani e il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel.
Netanyahu si sta recando al ministero della difesa a Tel Aviv “per una valutazione della situazione della sicurezza e una discussione nel gabinetto di sicurezza politica” sui fatti di Majdal Shams.
Il razzo lanciato dal Libano verso la cittadina druso-israeliana di Majdal Shams, è andato “oltre i limiti” e rischia di far precipitare il conflitto con gli Hezbollah in una guerra “aperta e totale”, afferma il ministro degli Esteri israeliano Katz. Il bilancio dell’attacco è di almeno 12 morti, soprattutto bambini e ragazzi, e di oltre 30 feriti, almeno 6 in gravissime condizioni. “Il Libano dovrebbe bruciare”, dice il ministro dell’Energia israeliano, Eli Cohen.
Il Partito di Dio libanese ha negato la responsabilità ma l’Idf punta il dito contro Hezbollah. Il premier Netanyahu – ancora negli Usa – si è immediatamente messo in contatto con il suo governo ed ha accelerato il rientro in Patria convocando un gabinetto di sicurezza per oggi.
Fonti di Israele ai media parlano di una risposta ma dicono di non volere la guerra. Israele ha intanto consegnato ai mediatori la proposta “aggiornata” per un possibile cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. La prima verifica di una potenziale intesa, nonostante le nuove tensioni possano far richiudere gli spiragli, avverrà oggi a Roma al vertice Mossad-Cia e Qatar-Egitto.
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Fonte : Sky Tg24