“Non credo di aver molto da aggiungere alle parole che ho detto a novembre. Di mostri non ce ne sono, c’è però una normalizzazione sistematica della violenza, e in quanto sistematica dipende dalla nostra società, dipende da tutti”. Così Elena, sorella di Giulia Cecchettin, su Instagram dopo la pubblicazione dei dialoghi intercettati durante un colloquio in carcere fra Filippo Turetta e i genitori.
“Non sono sorpresa da certe notizie, assolutamente” prosegue Elena. “E quindi ribadisco il concetto. La liberazione dalla violenza patriarcale parte dal rifiutare la violenza contro le donne e contro le minoranze, rifiutare ogni giustificazione, perché non c’è mai una giustificazione per l’oppressione. Bisogna smettere di tacere davanti alla normalizzazione del femminicidio, continuiamo a fare rumore, a rompere questo silenzio omertoso. Per Giulia, e per tutti gli altri ‘duecento’ femminicidi, perché nessuna vittima deve rimanere solo una statistica”.
Il caso è montato ieri, quando alcuni giornali hanno pubblicato il video di un colloquio tra Nicola Turetta e il figlio Filippo. Nel dialogo si sente Nicola dire al ragazzo: “Hai fatto qualcosa però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza, non sei un terrorista. Devi farti forza. Non sei l’unico ci sono stati parecchi altri però ti devi laureare”. Parole di fronte alle quali in molti in queste ore si stanno interrogando sull’opportunità di rendere pubblico un simile scambio. A scendere in campo tra i giornalisti Selvaggia Lucarelli ed Enrico Mentana, entrambi convinti che la condivisione di quel materiale è stata inopportuna. Oggi poi sono arrivate le scuse di Nicola Turetta: l’uomo ha spiegato di aver parlato in preda alla disperazione, poiché convinto che il figlio avesse intenzioni suicidarie.
Padre Filippo Turetta, Lucarelli: “Esiste un contesto umano, oltre che penale. La sua famiglia ha subito un trauma”
Fonte : Today