Le città che mettono al bando i cartelloni pubblicitari: “Creano bisogni inutili”

Immaginate una città in cui non esistono più pubblicità nelle strade, niente manifesti, niente cartelloni ai semafori, alle fermate del bus, della metropolitana o sui muri dei palazzi. In Svizzera è la realtà della cittadina di Vernier, centro di 38mila abitanti vicino Ginevra, dove è stato disposto un divieto di pubblicità nei luoghi pubblici.

Il provvedimento, approvato dall’amministrazione locale, è stato oggetto di feroci critiche dell’opposizione, che prima ha provato senza successo a raccogliere le firme per un referendum abrogativo, e poi si è rivolta alla Corte suprema. Ma quest’ultima ha dato ragione al Comune, sostenendo che la politica di Vernier non nuoce alla libera concorrenza, ma aiuta a “combattere l’inquinamento visivo” e a dare ai cittadini “l’opportunità di scegliere di non ricevere pubblicità indesiderata”. Come riporta Bloomberg, la sentenza della Corte Suprema ha blindato la decisione di rimuovere dalla città più di tre quarti dei 172 cartelloni pubblicitari che un tempo erano in piedi, mantenendo i rimanenti a disposizione per pubblicità culturali e sportive.

Il divieto si applica a tutte le pubblicità visibili dal suolo pubblico, comprese quelle montate su proprietà private. La decisione spiana ora la strada a una serie di grandi città svizzere che hanno in cantiere proposte simili. La capitale Berna e il centro finanziario Zurigo hanno entrambe approvato piani simili nei rispettivi parlamenti locali e sono ora in attesa che le amministrazioni suggeriscano come attuare i divieti. Mentre Berna vuole mettere al bando la maggior parte della pubblicità commerciale, Zurigo mira solo agli schermi digitali che consumano energia.

La tendenza è un rischio per l’industria della pubblicità, il cui valore è stimato in 400 milioni di franchi svizzeri (415 milioni di euro). Markus Ehrle, presidente dell’associazione di categoria, ha sostenuto che questo denaro “confluirebbe invece nelle grandi aziende di Internet come Google o Meta”, aggiungendo che “gli annunci online sono molto più dispendiosi dal punto di vista energetico rispetto ai cartelloni pubblicitari”.

“Non abbiamo riconosciuto alcun interesse pubblico nell’avere dei cartelloni pubblicitari”, ha spiegato invece il consigliere comunale della città Mathias Buschbeck. I sostenitori del provvedimento sostengono che le pubblicità non fanno altro che promuovere le spese superflue e l’indebitamento dei consumatori. “Con questa misura vogliamo combattere il consumo superfluo”, ha aggiunto Buschbeck, membro del partito dei Verdi, sottolineando che i cartelloni sono solitamente utilizzati da “grandi aziende e non da imprese locali”.

Nella sua proposta parlamentare, un gruppo di politici di sinistra della città di Berna ha scritto che “la pubblicità è destinata a creare bisogni che le persone non sapevano di avere prima” e che “l’obiettivo e lo scopo della pubblicità sono diametralmente opposti all’obiettivo di Berna di diventare neutrale dal punto di vista climatico”. A Zurigo, un politico del partito dei Verdi ha definito i cartelloni pubblicitari digitali un “inutile spreco di energia”.

Fonte : Today