Migliaia e migliaia di pesci morti. Una strage. Succede nella laguna di Orbetello dove già da qualche giorno i residenti assistono preoccupati a uno spettacolo macabro. La moria ha coinvolto centinaia di quintali di pesci tra orate, spigole e anguille. Foto e video sui social documentano il disastro. Una “tragedia annunciata” dice Andrea Bartoli, vicepresidente di Fedagripesca Toscana, spiegando che “le cause che sono note a tutti”. Ovvero: “Il surriscaldamento delle acque lagunari, l’anossia (la mancanza di ossigeno, ndr) provocata dall’alga valonia e i valori chimici fuori controllo”.
Un mix di fattori che sta “spazzando via tutto il pesce, sia quello da vendere subito che quello appena nato, destinato a rigenerare la fauna ittica in laguna”. Si tratta, peraltro, della terza strage nell’ultimo decennio: “Non è più un’emergenza – dice Bartoli -, ma una questione cronica. Servono subito gli interventi strutturali ed un organismo di gestione”.
Il biologo Mauro Lenzi ha spiegato al “Tirreno” che nelle acque della laguna ci sono valori “molto alti” di fosforo e azoto causate dall’ingresso in mare di acque cariche di fertilizzanti usati per coltivazioni. Ciò provocherebbe prima l’aumento della massa vegetale, in seguito la morte delle alghe e successivamente la consunzione dell’ossigeno nell’acqua.
A quel punto, semplificando molto la questione, si attiverebbero dei processi chimici che portano alla produzione di idrogeno solforato responsabile della morte dei pesci. Il ricambio dell’acqua in alcuni casi, e purtroppo ciclicamente, non basta a fermare la strage. Per questo servono interventi strutturali. Il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani spiega che è “è necessaria una gestione ordinaria che sia capace di realizzare opere di prevenzione e manutenzione”, ma una proposta di legge sul tema, frutto di un “accurato lavoro bipartisan” è da oltre due mesi “inspiegabilmente bloccata” al ministero dell’Ambiente.
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Fonte : Today