“Spogliata e perquisita in un bagno fetido”: attivista 33enne denuncia la Questura di Bologna

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La denuncia di una attivista 33enne Extinction rebellion contro la Questura di Bologna: “Ho avuto paura, mi sono resa conto di aver subito un abuso, unica tra tutti i fermati quel giorno”.

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Sarebbe stata costretta a spogliarsi per essere perquisita in un “bagno fetido” dopo la richiesta di “fare piegamenti sulle gambe”. Per questo una attivista 33enne di Extinction rebellion ha deciso di denunciare la Questura di Bologna, facendo i nomi di tre poliziotti che gestirono quella situazione: le ipotesi di reato presentate sono di falso ideologico e perquisizione personale arbitraria. Ma facciamo un passo indietro.

I fatti di cui parla la ragazza al centro dell’episodio risalirebbero al 9 luglio scorso dopo il blitz ambientalista a Palazzo d’Accursio contro il summit del G7 Scienza e tecnologia che si stava svolgendo al Tecnopolo. Una decina di attivisti si erano incatenati all’ingresso del palazzo comunale mentre altri volevano a srotolare uno striscione sulla Torre dell’Orologio. “Ho avuto paura, mi sono resa conto di aver subito un abuso, unica tra tutti i fermati quel giorno”, ha detto Valentina Corona, che ha spiegato in una conferenza stampa tenutasi ieri quanto accaduto quel giorno e annunciato che otto persone che parteciparono alla protesta hanno ricevuto dei fogli di via da Bologna: “Si tratta di persone che vivono e studiano qui da anni, pagano affitti e tasse”.

La ragazza ha aggiunto che le “costa molto metterci la faccia ma desidero che quello che è successo a me non succeda ad altri”. Quel giorno, ha continuato, “ho provato a salire in terrazza insieme a un’altra persona. Un agente mi ha detto di mettermi al muro e stare ferma, siamo rimasti un’ora. Ho chiesto se ero in stato di fermo e mi hanno risposto di no”. A quel punto, in Questura, “sono stata fotosegnalata e mi hanno preso le impronte digitali, ho insistito di chiamare il mio ragazzo perché avevo paura e dopo le procedure di identificazione siamo stati chiamati per la firma dei verbali”, che lei non ha firmato perché “c’era scritto non mi avvalgo di qualcuno che mi assista, né che c’erano note aggiuntive”.

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Per questo nella denuncia si ipotizza il falso ideologico. Successivamente “sono stata raggiunta dall’ispettore che ha ordinato la perquisizione, mi ha chiesto scusa perché si era andati oltre la normale procedura, era evidente che non avessi droga o armi. Questa dichiarazione è stata videoregistrata e allegata alla mia denuncia (presentata tramite il legale Ettore Grenci, ndr)”. Il giorno dopo la protesta, la Questura aveva dichiarato in un comunicato che la perquisizione sarebbe avvenuta “nei limiti e nel rispetto delle procedure” e che l’autorità giudiziaria ne era stata informata.

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Fonte : Fanpage