Astronauti della Nasa, perché sono ancora bloccati sulla Stazione spaziale internazionale

Dal 7 giugno scorso Butch Wilmore e Suni Williams, l’equipaggio Nasa della navicella Starliner di Boeing, sono bloccati sulla Stazione spaziale internazionale (Iss). Sarebbero dovuti rientrare sulla Terra dopo una settimana circa, appena finite le operazioni di controllo e collaudo di tutti i sistemi della navetta, che era al suo primo volo. Delle anomalie, però, hanno obbligato ad approfonditi controlli, che sono ancora in corso. Durante la conferenza stampa di aggiornamento del 25 luglio, i responsabili di Nasa e Boeing hanno detto di non essere pronti a indicare una data certa di rientro dei due astronauti: se i test andranno bene, l’equipaggio potrebbe far ritorno a casa a bordo di Starliner nella seconda metà di agosto; in alternativa dovrà aspettare la partenza (e rientro 6 mesi dopo) della missione Crew-9.

Riassunto delle puntate precedenti

Starliner è una navetta spaziale riutilizzabile ideata e realizzata da Boeing in collaborazione con il Commercial Crew Program della Nasa. Pensata per ospitare fino a 7 passeggeri oppure per missioni miste di equipaggio e cargo nella bassa orbita terrestre, la sua storia è un po’ travagliata, tra inconvenienti tecnici e ritardi. Finalmente però, il 5 giugno scorso, Starliner è stata lanciata verso la Iss con a bordo due astronauti della Nasa, Butch Wilmore e Suni Williams. Una missione inaugurale durante la quale testare tutti i sistemi della navicella in diverse condizioni.

Lo stesso giorno della partenza, tuttavia, i sistemi avevano segnalato una piccola anomalia, una perdita di elio (utilizzato per pressurizzare i serbatoi), che comunque non era stata ritenuta un rischio per la riuscita della missione. Quindi via libera al volo di qualifica, con attracco alla Iss quando in Italia era il 7 giugno. Proprio nelle manovre di ancoraggio, però, erano emersi altri problemi, stavolta ai motori d’assetto, quelli che servono a gestire gli spostamenti e a posizionarsi nello spazio.

Ancora test

Alcune motivazioni ai problemi insorti sono già emerse dai test effettuati sia in loco sia con simulazioni su versioni di servizio del modulo sulla Terra, e i tecnici sono al lavoro per trovare soluzioni per questa e per le future missioni. I responsabili, comunque, hanno rimandato a data da destinarsi il rientro dell’equipaggio con Starliner, in attesa dei risultati di altri test ancora in corso. Questo fine settimana, in particolare, è previsto l’azionamento di 27 dei 28 propulsori Rcs per verificarne le prestazioni, simulando quanto verrebbe fatto nelle future missioni. Inoltre, è in programma un’ulteriore verifica sulla perdita di elio e controlli sul sistema dopo un aggiornamento del software. Rassicuranti le informazioni sulle batterie: la garanzia sul mantenimento delle loro performance (e dunque un rientro in sicurezza) è stata estesa da 45 a 90 giorni.

L’esito dei test sarà cruciale non solo per definire se Wilmore e Williams rientreranno a Terra con Starliner, ma anche per dichiarare la navetta ufficialmente operativa, con la possibilità dunque di alternarsi alla Crew Dragon di SpaceX.

Un piano B

Wilmore e Williams, ha riferito Steve Stich della Nasa durante la conferenza stampa, sono di buon umore, inseriti tra il resto dell’equipaggio dell’Expedition 71. Entrambi hanno già avuto esperienze di missioni di lunga durata e, oltre a occuparsi dei test su Starliner, sono di supporto alle attività di manutenzione e ricerca sulla Iss.

Se alla fine i risultati dei test su Starliner non consentissero di dare il via libera al ritorno dei due con la nuova navetta, è possibile pensare al rientro con l’equipaggio della futura missione di SpaceX Crew-9. La partenza di Crew-9 è prevista per fine agosto (anche se potrebbero esserci dei ritardi per controlli sul razzo Falcon 9, dopo l’incidente del 12 luglio scorso) e potrebbe essere lanciata con 2 membri dell’equipaggio (anziché con 4) e 2 tute in più per Wilmore e Williams, che a quel punto dovrebbero rimanere sulla Iss per altri 6 mesi, fino al termine della missione.

Fonte : Wired