L’Uttar Pradesh vuole alimentare nuove divisioni tra indù e musulmani

Il governo locale a guida BJP voleva imporre ad albergatori e ristoratori di esporre il proprio nome, in modo che i pellegrini indù che in questo periodo di recano ai templi di Shiva possano evitare i locali gestiti da musulmani. La Corte suprema ha sospeso la direttiva e riesaminerà la questione. Il distretto dove avrebbe dovuto applicarsi l’ordinanza è già stato teatro di gravi violenze nel 2013.

Lucknow (AsiaNews) – È finita sul banco dei giudici della Corte suprema la direttiva emessa dagli Stati indiani dell’Uttar Pradesh e dell’Uttarakhand che impone ad alberghi, ristoranti e venditori lungo il percorso di un pellegrinaggio indù di esporre il nome dei proprietari.

Il 22 luglio il tribunale indiano ha emesso un’ordinanza provvisoria con cui ha sospeso la decisione, varata, secondo i governi locali, per evitare che scoppiassero controversie religiose in occasione del kanwar yatra, un pellegrinaggio annuale dedicato a Shiva che parte dal fiume Gange, vicino a Haridwar, nell’Uttarakhand, e si sviluppa attraverso vari templi locali dedicati alla divinità. Iniziato lunedì, si concluderà il 2 agosto.

In realtà, la decisione, inizialmente emessa il 17 luglio per il distretto di Muzaffarnagar, ha come scopo di identificare i venditori musulmani e fare in modo che i pellegrini comprino solo da quelli indù. 

ll governo dell’Uttar Pradesh, a guida BJP, partito ultranazionalista indù, ha difeso la decisione davanti alla Corte suprema, affermando che è stato presa nell’interesse del mantenimento della “pace e tranquillità”. “Anche piccole confusioni riguardo al tipo di cibo servito ai Kanwariyas (i pellegrini) possono ferire i loro sentimenti religiosi e causare disordini, soprattutto in un’area sensibile a livello comunitario come Muzaffarnagar”, hanno affermato gli avvocati della difesa. 

Ragioni che sono state contestate dalla Corte, che riesaminerà il caso oggi prima di emettere una sentenza definitiva.

Il distretto di Muzaffarnagar è già stato teatro di violenze settarie nel 2013. Tra fine agosto e inizio settembre, l’uccisione di un musulmano da parte di due giovani indù diede inizio alle violenze, alla fine delle quali si contarono oltre 60 morti e più di 50mila sfollati, perlopiù musulmani, ma anche stupri di gruppo e altre violenze sessuali contro le donne. 

La parte occidentale dell’Uttar Pradesh, in cui si trovano i distretti di Muzaffarnagar e Shamli, è abitata soprattutto da agricoltori appartenenti alla comunità etnica Jat (di cui fanno parte indù e musulmani) dediti alla coltivazione della canna da zucchero. Si tratta di una delle zone in cui il Bharatiya Janata Party è riuscito ad accrescere la propria influenza ribaltando la narrazione delle comunità locali.

Nelle aree rurali, come il distretto di Muzaffarnagar, erano infatti sempre state le divisioni di casta, piuttosto che la religione, a determinare le differenze. Ma illudendo le caste svantaggiate di poter ottenere quello che era sempre stato loro negato, i leader locali del BJP cominciarono ad alimentare quelle divisioni settarie che portarono alla violenza diffusa.

Dopo l’uccisione di un uomo musulmani da due indù, un gruppo di musulmani decise di vendicarsi. Poco dopo i leader del BJP pubblicarono sui loro social un video fake sul massacro facendolo passare per attuale, quando in realtà mostrava un episodio avvenuto in Pakistan diversi anni prima. Ma le immagini divennero virali in poche ore facendo esplodere la situazione.

Le difficoltà di ricostruire esattamente gli eventi hanno anche impedito a molte persone di ottenere giustizia. Le condanne arrivate finora sono parziali, mentre i rapporti indipendenti hanno ribadito la responsabilità dell’amministrazione locale nello scoppio delle violenze e la malagestione degli scontri da parte delle forze di sicurezza. 

Tuttavia, come in molti altri distretti dell’Uttar Pradesh, anche a Muzaffarnagar ha vinto il partito socialista Samajwadi alle ultime elezioni parlamentari conclusesi a inizio giugno. Un risultato storico per il partito che oggi risulta essere la terza formazione politica dopo il BJP e il Congress, che guida dell’opposizione. E un rifiuto, dopo anni di politiche divisive, di alimentare nuove tensioni settarie. 

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Fonte : Asia