È giunta al termine anche quest’edizione di Temptation Island, la trasmissione di Canale 5 condotta da Filippo Bisciglia (non proprio tra i presentatori più brillanti, ma su questo ci si torna tra poco). Un’edizione che, probabilmente più delle precedenti, ha avuto un notevole impatto mediatico. Facciamo dunque il punto su cosa ha funzionato, cosa no, come sono andati gli ascolti (e non solo). Il programma – prodotto da Fascino PGT (Maria De Filippi) e Banijay Italia – mette alla prova alcune coppie di fidanzati (solitamente 6 o 7). Si tratta di coppie non sposate e senza figli in comune. Vengono separati e, per 21 giorni, vivono in due villaggi vicini senza potersi vedere, eccetto che tramite filmati, montati ad hoc dal programma e mostrati loro durante gli ormai famigerati falò. Ma se siete qui, a leggere le pagelle (appuntamento fisso alla fine di ogni reality), conoscete molto bene il programma e il suo meccanismo. Quello che potreste non sapere, invece, è il parere del sottoscritto, con cui potreste essere o meno d’accordo.
Top: casting e montaggio perfetti
La prima osservazione riguarda il cast. Anzi, per la precisione i casting. Quand’è che un programma televisivo “funziona”? Innanzitutto quando i casting vengono ben curati e seguiti. Le coppie di quest’anno – Christian e Ludovica, Vittoria e Alex, Lino e Alessia, Jenny e Tony, Siria e Matteo, Luca e Gaia, Raul e Martina – erano tutte interessanti. Ognuno di loro è riuscito ad alimentare quel meccanismo di riconoscibilità che fa rimanere incollati davanti al televisore i telespettatori. O quantomeno quelli che, almeno una volta, si sono ritrovati in una situazione analoga, affrontando problemi e momenti difficili simili a quelli raccontati dai protagonisti. Sarebbe bastato questo per far sì che il programma scorresse serenamente. A rendere tutto ancora più accattivante (per chi gradisce questo genere televisione, è ovvio) c’è il montaggio. Clip e musiche studiate in ogni minimo particolare. Anche il dettaglio più insignificante viene valorizzato nel migliore dei modi. Sembra di assistere ad una serie tv che lascia con il fiato sospeso.
Gli ascolti: il paragone con lo scorso anno
A conferma del successo del programma, non solo una nuova edizione nel mese di settembre (confermata dallo stesso Bisciglia alla fine della puntata del 25 luglio) ma soprattutto gli ascolti. In attesa dei dati dell’ultima puntata, le altre hanno totalizzato una media di 3.747.000 telespettatori, pari al 28,71% di share. A colpire, inoltre, è il crescendo dei dati. Se la prima puntata aveva toccato il 24,88% di share (era il 27 giugno), esattamente un mese dopo (il 24 per la precisione) lo share era quasi al 30%. La puntata dell’11 luglio, per citare un altro dato, è stata seguita da 3.629.000 telespettatori. Lo scorso anno il programma era stato seguito in media da 3.489.000 telespettatori, con uno share medio del 26,45%.
Flop: conduttore e gesti inconsulti
Tutto oro quel che luccica? Logicamente no. Innanzitutto il narratore (perché conduttore è esagerato in questo contesto) del programma. Nulla di personale, è ovvio, ma Bisciglia andrebbe sostituito da qualcuno che potrebbe ricoprire il suo stesso ruolo, con un effetto meno “imbalsamato”. Insomma, nonostante sia alla guida del programma da 10 anni, si porta dietro ancora alcuni difetti fastidiosi: è troppo impostato, freddo. La dizione, poi, potrebbe essere migliorata.
Quanto ai contenuti, nulla di nuovo: corna, vittimismo a gogò, relazioni tossiche. Ci si domanda se davvero i 3.489.000 telespettatori del programma abbiano questi stessi valori sentimentali. Tra sedie lanciate in aria, insulti e offese: più che in un villaggio della Sardegna sembra di stare da “Cencio La Parolaccia” (storico ristorante romano in cui gli ospiti vengono insultati dai dipenendenti del locale). Rimane poi l’incognita “recitazione”. Sì perché alcune frasi, alcuni gesti sembrano quasi studiati a tavolino. O forse, com’è più probabile, i protagonisti conoscono il programma e sanno cosa il pubblico si aspetta da loro. Insomma, “un po’ meno”. Meno parolacce, meno gesti inconsulti e più amore. Ma quello vero. Come Siria e Matteo, elogiati dal pubblico per il loro ultimo falò di confronto, fatto di ascolto, pacifico confronto e comprensione. Mica poco.
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Fonte : Today