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Nell’ultimo decennio, la ricchezza dei Paperoni del mondo è cresciuta di ben 42 miliardi di dollari. Dall’altra parte le tasse che i super ricchi hanno versato sono tra le più basse di sempre. A rivelarlo è l’ultima analisi condotta dall’Oxfam in occasione del G20, a Rio de Janeiro.
Nell’ultimo decennio, la ricchezza dei paperoni del mondo è cresciuta di ben 42 miliardi di dollari. Una cifra che supera di 34 volte il patrimonio di circa metà della popolazione povera globale. A rivelarlo è l’ultima analisi condotta da Oxfam in vista del vertice del G20, tenutosi oggi tra i ministri delle Finanze e i governatori delle Banche centrali a Rio de Janeiro.
I super ricchi, che corrispondono circa all’1% della popolazione mondiale, hanno visto i loro portafogli gonfiarsi di 400mila dollari, contro gli appena 335 euro raccolti da coloro che appartengono alla fascia più povera del pianeta.
“La disuguaglianza ha raggiunto livelli osceni e finora i governi non sono riusciti a proteggere le persone e il pianeta dai suoi effetti catastrofici”, è l’allarme lanciato Max Lawson, responsabile delle politiche sulla disuguaglianza di Oxfam International. “L’1% più ricco dell’umanità continua a riempirsi le tasche mentre il resto è lasciato a racimolare le briciole”, ha aggiunto.
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Ma mentre la forbice tra super ricchi e super poveri si allarga, il prelievo fiscale sui miliardari sparsi per il mondo non è mai stato così basso. Secondo una stima della Confederazione, nei paesi del G20 per ogni dollaro di entrate fiscali, meno di otto centesimi provengono da imposte sulla ricchezza. Anche l’EU Tax Observatory – l’Osservatorio fiscale dell’Unione europea – ha riscontrato che i miliardari globali hanno pagato delle aliquote personali molto basse, comprese tra lo 0% e lo 0,5% del loro patrimonio.
Se infatti, il capitale dell’1% del globo è aumentato del 45% in quarant’anni, dall’altra parte le imposte sui loro redditi sono diminuite sensibilmente. Nello specifico le tasse chieste ai grandi miliardari si sono di ridotte di un terzo rispetto al passato. Oggi corrispondono a circa lo 0,5%, ben lontana dall’8%, cioè dall’imposta annuale netta che l’Oxfam ha previsto come necessaria per mantenere costante la ricchezza dei big del pianeta negli ultimi vent’anni. Una percentuale ancora più distante dal 12,8%, l’aliquota che, secondo l’Ong, avrebbe permesso di frenare la vorticosa crescita di capitale negli anni tra il 2016 e il 2021.
Da qui la richiesta, supportata da oltre 1,5 milioni di firme, di un accordo globale innovativo per aumentare le tasse sui super ricchi e contenere i livelli di disuguaglianza. “L’impulso ad aumentare le tasse sui super-ricchi è innegabile e questa settimana è la prima vera cartina di tornasole per i governi del G20. Hanno la volontà politica di adottare uno standard globale che anteponga i bisogni dei molti all’avidità di un’élite di pochi?”, ha dichiarato Lawson.
Fonte : Fanpage