Medusa uovo fritto, come riconoscerla e perché non dobbiamo temerla

È nota come medusa “uovo fritto” o anche come medusa Cassiopea, mentre il suo nome scientifico è Cotylorhiza tuberculata. È una specie molto diffusa nel Mediterraneo, che in questi giorni si sta facendo notare in prossimità di diverse spiagge sia italiane che spagnole. Vediamo di che animale si tratta.

Un aspetto inconfondibile

La medusa Cassiopea appartiene alla famiglia delle Cepheidae e alla classe delle Scyphozoa. L’appellativo “medusa uovo fritto” la dice lunga sul suo aspetto, dato che presenta un caratteristico ombrello bianco o giallognolo di forma rotonda con una protuberanza gialla e rotonda al centro.

Non ha dei veri e propri tentacoli ma delle corte appendici che terminano con un’estremità a forma di disco di colore blu o viola. In termini di dimensioni, può raggiungere i 40 centimetri di diametro, ma più comunemente non supera i 17 centimetri.

Dove vive

La Cotylorhiza tuberculata è diffusa in tutto il Mediterraneo e vive in acque relativamente basse, fra 0 e 7 metri di profondità. Secondo uno studio pubblicato su Plos One, i polipi (che corrispondono a uno stadio di sviluppo giovanile) di questa specie di medusa sono particolarmente resistenti alle temperature elevate e al processo di acidificazione di mari e oceani legato al cambiamento climatico.

Gli autori della ricerca hanno infatti osservato che i polipi di Cotylorhiza tuberculata sono in grado di sopravvivere a una temperatura dell’acqua pari a 30 gradi centigradi e a un pH pari a 7,7, anche se queste condizioni sembrano alterare altre fasi di sviluppo dell’animale. Attualmente il pH degli oceani è pari a circa 8,1 (cioè debolmente basico) e lo scenario ipotizzato dai ricercatori è relativo al modello più “pessimista” fra quelli messi a punto dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc).

Non particolarmente pericolosa

Anche per questa sua caratteristica, che secondo gli autori dello studio potrebbe aiutare questa specie ad adattarsi gradualmente ai cambiamenti climatici in corso, la sua abbondante presenza potrebbe essere almeno in parte dovuta al progressivo aumento delle temperature che si sta registrando non solo a livello atmosferico ma anche nei mari e negli oceani.

Il contatto con la medusa Cassiopea solitamente non risulta urticante per gli esseri umani, anche se i soggetti particolarmente sensibili potrebbero avvertire prurito nell’area interessata.

Fonte : Wired