Primo morto in Italia per West Nile: “Numeri destinati a salire”

Registrato in Italia il primo decesso della stagione per febbre del Nilo, nota internazionalmente come West Nile Virus. A segnalarlo è l’Istituto superiore di Sanità nel bollettino di sorveglianza pubblicato oggi, 25 luglio. Nell’ultima settimana sono stati segnalati 7 nuovi contagi, con un totale di 13 casi umani registrati nel nostro Paese in sei Regioni: Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Abruzzo e Puglia. Tra i casi confermati, anche la prima morte. 

Dei 13 casi di infezione attuali, 7 si sono manifestati in forma neuroinvasiva (4 in Emilia Romagna, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 Puglia e 1 caso importato dagli Stati Uniti); 4 sono casi asintomatici identificati in donatori di sangue (4 in Emilia Romagna) e 2 casi di febbre, entrambi importati (1 dall’Oman e 1 dal Marocco. 
Il primo caso autoctono di infezione era stato segnalato lo scorso 26 giugno in Emilia Romagna, precisamente in provincia di Modena. Ad oggi sono 17 in tutto le province in cui il virus sta circolando. 

Province in cui circola il virus (Iss)

“Numeri destinati a salire”. E c’è anche il rischio Dengue

Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, i numeri dell’Iss mettono in luce “una problematica che sta diventando sempre più importante, considerando che la circolazione interessa ben 6 regioni d’Italia”. L’infezione, ormai autoctona nel nostro Paese, preoccupa soprattutto alla luce “del fatto che siamo in una fase iniziale con numeri destinati a salire”. Da considerare, dice l’esperto, anche il “pericolo crescente di Dengue”. Urge quindi “un’esigenza di sorveglianza per queste malattie trasmesse dalle zanzare. Già si fa su diversi elementi, ma è una necessità che diventa sempre più stringente”, sottolinea Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’università Statale di Milano.

La minaccia arbovirosi – il gruppo di malattie virali trasmesse da vettori come le zanzare e le zecche – “va comunicata”, secondo l’esperto, “pur con le dovute cautele per evitare allarmismi o, soprattutto in questo momento” per evitare “sottovalutazioni rispetto ai tanti rischi infettivi che oggettivamente ci sono. Sono potenziali, ma ci sono e vanno comunicati”.

Cos’è la West Nile e quali sono i sintomi

Come riporta l’Iss, il periodo di incubazione del virus West Nile dal momento della puntura della zanzara infetta può variare fra i 2 e 14 giorni, ma può arrivare anche a 21 giorni nei soggetti con deficit del sistema immunitario.

Nella maggioranza dei casi le persone infette non manifestano alcun sintomi. Tra i casi sintomatici, circa il 20 per cento dei contagiati presenta sintomi leggeri tra cui:

  • febbre;
  • mal di testa;
  • nausea;
  • vomito;
  • linfonodi ingrossati;
  • sfoghi cutanei;

Si tratta di sintomi che scompaiono di solito pochi giorni e solo in casi rari durano qualche settimana, anche se dipende molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è infatti più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Più grave, solitamente, la sintomatologia negli anziani e nelle persone fragili.

Al momento non esiste un vaccino specifico per la febbre del Nilo. Alcuni sieri sono in fase di sperimentazione, ma per combattere la malattia attualmente ci si basa soprattutto sulla prevenzione, che consiste nel cercare di ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. A questo scopo l’Iss ha diffuso alcune buone prassi:

  • usare repellenti e indossare abiti lunghi quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
  • applicare zanzariere alle finestre
  • svuotare spesso contentuori con acqua stagnantevasi (come vasi o secchi) 
  • cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali
  • tenere le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non vengono utilizzate

Fonte : Today