Ozempic, è già partita la corsa al successore

Anche Davisson si è detta entusiasta dei risultati: “I dati sono assolutamente sorprendenti“, ha detto, aggiungendo che l’individuazione di ulteriori recettori apparentemente legati ai centri cerebrali dell’appetito può potenziare gli effetti dei farmaci.

Altre aziende stanno studiando soluzioni con obiettivi diversi, che potrebbero essere utilizzate da sole o in combinazione con i Glp-1. Una di queste, la danese Zealand pharma, sta sviluppando un farmaco iniettabile chiamato petrelintide che imita un ormone chiamato amilina, prodotto nel pancreas e secreto insieme all’insulina dopo i pasti. L’amilina sembra ridurre l’assunzione di cibo segnalando al cervello un senso di sazietà.

A giugno, Zealand ha diffuso i risultati incoraggianti di un primo studio, che mostrava come una dose elevata del farmaco aiutasse le persone a perdere in media quasi il 9% del loro peso nel giro di 16 settimane. David Kendall, direttore medico della casa farmaceutica, ritiene che siano necessarie alternative ai Glp-1 dal momento che alcune persone non rispondono bene a questi farmaci, dimagrendo relativamente poco.

I pazienti che assumono i Glp-1 possono anche arrivare a un momento in cui la perdita di peso rallenta o si interrompe. Kendall sostiene che in queste situazioni sarebbe utile avere a disposizione farmaci alternativi da provare: “Pensiamo che sia bene avere delle opzioni“, commenta.

Il direttore medico di Zealand ritiene che il farmaco dell’azienda possa anche avere meno effetti collaterali rispetto agli attuali farmaci. Solo un partecipante su 48 ha abbandonato lo studio della casa a causa di nausea e vomito, ma il farmaco dovrà essere testato in studi molto più ampi per valutarne gli effetti su gruppi più numerosi di persone.

Novo e Lilly hanno aperto la strada – afferma Kendall –. In passato le terapie per la perdita di peso non erano molto efficaci. Ora che abbiamo dimostrato che le terapie a base di ormoni possono esserlo, credo che sia cambiata la prospettiva del mondo: quella contro l’obesità non è una battaglia persa“.

Daniel Drucker, il professore di medicina dell’Università di Toronto che ha scoperto l’ormone Glp-1 negli anni Ottanta, dice che altri farmaci sono necessari perché non sappiamo per quanto si protrarrà l’attuale carenza di Wegovy e Zepbound. Novo Nordisk ed Eli Lilly stanno costruendo nuovi impianti di produzione, ma potrebbero volerci anni prima che entrino in funzione. “Anche in quel caso, è improbabile che queste aziende riescano a soddisfare anche solo una frazione della domanda globale – evidenzia Druck –. Avere nuovi operatori nel settore può solo aumentare l’offerta di questi farmaci“.

Oltre al Glp-1, secondo Drucker è probabile che ci siano altri meccanismi coinvolti nella fame e nell’appetito che gli scienziati non hanno ancora scoperto: “Con questa attività frenetica, probabilmente vedremo nuovi farmaci molto interessanti che potrebbero essere ancora migliori di quelli attuali“.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

Fonte : Wired