Con la revisione delle liste elettorali è partita la macchina che porterà al rinnovo quinquennale del Parlamento della città-Stato. Già bloccati dalle autorità un centinaio di account attivi sui social network per “campagne di informazione ostile”. Mentre l’ex premier Lee denuncia l’esistenza di video falsi su di lui prodotti con l’intelligenza artificiale.
Singapore (AsiaNews) – Singapore ha iniziato la marcia di avvicinamento alle elezioni parlamentari quinquennali che si terranno entro novembre 2025. La revisione delle liste elettorali – certificata il 21 luglio e ora aperta a verifiche pubbliche – ha visto solo un leggero aumento di 5.781 elettori rispetto a quella delle elezioni presidenziali dello scorso anno, arrivando a 2.715.187 aventi diritto di voto.
I dati contenuti nelle liste redatte dall’Elections Department possono essere verificati pubblicamente attraverso l’applicazione Singpass o via telefono oppure presentandosi personalmente previo appuntamento ai centri comunitari e i Centri di servizi della zona di residenza. Gli elettori residenti all’estero possono esprimere il loro voto per posta oppure personalmente in uno dei dieci seggi elettorali all’estero, in gran parte nell’area Asia-Pacifico e poi a Londra e negli Stati Uniti a New York, Wahington e San Francisco.
La predisposizione per tempo delle liste elettorali fa parte non solo di un sistema per garantire la corretta esecuzione del voto, ma anche la vigilanza su irregolarità o intrusioni che possano inquinare il voto. Dal 2006 ma con intensità ancora maggiore in quelle del 2011, Singapore ha già visto un ampio utilizzo delle piattaforme social come strumento di informazione e confronto politico e le elezioni parlamentari del 2020 sono state segnate dal voto elettronico e da una campagna elettorale che ha fatto ampio uso delle possibilità offerte dalla Rete. Tuttavia – ai benefici di una informazione capillare e più immediata su programmi e posizioni – si è anche associata, per gli osservatori e per le agenzie governative, una estesa campagna di disinformazione che rischia nella prossima consultazione di diventare ancora più capillare utilizzando i nuovi strumenti resi disponibili dall’intelligenza artificiale e veicolati sulle stesse piattaforme.
In questo senso sono arrivati avvertimenti da diversi esponenti politici, inclusi l’ex premier Lee Hsien Loong a cui lo scorso maggio è subentrato alla guida del governo Lawrence Wong. Lee ha denunciato l’esistenza di video prodotti dall’intelligenza artificiale che lo mostrerebbero in situazioni non corrispondenti alla realtà.
La Cina sarebbe coinvolta in iniziative mirate a indirizzare il voto nella città-Stato e in questo contesto le autorità hanno chiesto a cinque piattaforme social di bloccare un centinaio di account attivi in “campagne di informazione ostile”. I timori sono chiari, i rischi evidenti e sollecitano a cercare soluzioni.
A questo proposito il ministro per lo Sviluppo digitale e l’informazione, Josephine Teo, ha segnalato l’esempio di Seoul dove la legge elettorale sudcoreana che consente di fissare con grande anticipo la data del voto, abbia permesso in occasione delle elezioni parlamentari di aprile di imporre un bando preventivo di 90 giorni alla diffusione di contenuti generati dall’intelligenza artificiale.
Fonte : Asia