La lettera di La Russa dopo la bufera sul cronista “non dichiarato”. La toppa è peggio del buco

Dopo giorni di infuocate polemiche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha scritto una lettera a La Stampa per provare a spegnere l’incendio causato da un passaggio del suo intervento durante la cerimonia del Ventaglio a Palazzo Madama, in cui, parlando dell’aggressione al cronista Andrea Joly ad opera di quattro neofascisti di Casa Pound aveva detto: “Ho una posizione di assoluta e totale condanna, ma ci vuole un modo più attento di fare le incursioni legittime da parte dei giornalisti. La persona aggredita, a cui va la mia solidarietà, non si è mai dichiarata giornalista”.

Le polemiche e l’intervento di Mattarella

Parole, quelle della seconda carica dello Stato, che avevano suscitato l’indignazione delle opposizioni ed erano state sconfessate – pur senza citazioni esplicite – dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, che incontrando i cronisti della stampa parlamentare al Quirinale aveva precisato: “Ogni atto rivolto contro la libera informazione ogni è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”. 

Ed era stata durissima la presa di posizione del direttore de La Stampa, Andreaa Malaguti: “È un maschio del Novecento – si legge in un editoriale – che non riesce a uscire dalla grottesca armatura di pece in cui è rimasto imprigionato da bambino. Gli piace fare il bullo. Ha cristallizzato il senso di sé ai milanesi anni Settanta di piazza San Babila. Se non fosse il presidente del Senato derubricherei la cosa a ‘problema mio’. Invece La Russa è la seconda carica dello Stato”. 

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Il diretto interessato, in una lettera indirizzata al quotidiano torinese, ha replicato: “Mi spiace rilevare – scrive La Russa – che le mie parole testuali e il mio pensiero sono state totalmente travisate, ma ciò che mi preme precisare è che non ho mai detto o pensato che Joly ‘doveva’ qualificarsi. Semplicemente, non avendolo fatto e presumendo che gli aggressori non lo conoscessero, si può e si deve parlare di una inaccettabile aggressione, anch’essa senza sconti o giustificazioni, verso un cittadino, ma non si può presentare l’accaduto come un attentato alla libertà di informazione. In sostanza, bisogna condannare fortemente la odiosa aggressione – come ho sinceramente fatto – senza però sostenere che vi era stata inaccettabile volontà di impedire l’esercizio del diritto di cronaca che non può mai essere impedita”.

“Si deve parlare di una inaccettabile aggressione, anch’essa senza sconti o giustificazioni, verso un cittadino, ma non si può presentare l’accaduto come un attentato alla libertà di informazione”.

Ignazio La Russa, presidente del Senato

Insomma, per la seconda carica dello Stato, quello al cronista è stato un pestaggio “semplice”, non un pestaggio volto a impedire la diffusione di una notizia. Il ragionamento però regge fino a un certo punto, perché con la diffusione massiva di strumenti come tablet e smartphone, anche i comuni cittadini possono diventare in quota parte delle “fonti” (lo vediamo ogni giorno e in qualunque contesto, persino negli scenari di guerra) e quindi il voler impedire coattivamente a qualcuno di filmare un raduno è di fatto impedire la diffusione di un contenuto notiziabile. La Russa torna poi su un altro passaggio molto contestato del suo intervento, quello secondo cui il giornalista aggredito “non si trovava lì per caso”.

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Anche su questo il presidente del Senato tiene a precisare: “Avrei preferito che, se non fosse stato il caso, avesse dichiarato sinceramente che era l’ per l’esercizio della sua funzione di giornalista che reputo del tutto legittima”, spiega. Difficile, di fronte a queste parole, non trovare un riferimento alla recente inchiesta sotto copertura sul neofascismo che alberga nelle giovanili di Fratelli d’Italia, il partito di La Russa. La domanda che sorge spontanea è: cosa c’è di “illegittimo” se un cittadino che non è o non si qualifica come giornalista riporta un fatto? Perché dover puntualizzare su una condanna che un alto rappresentante delle istituzioni dovrebbe esprimere in modo secco, senza se e senza ma?

Fonte : Today