Per legge dovrebbe essere un parco pubblico, ma la Regione Lazio ha concesso a una società di “privatizzare” 25mila metri quadri di argini del Tevere per farne un circolo esclusivo per i propri dipendenti. L’azienda non è una qualsiasi: è Poste Italiane, partecipata dello Stato, che così si è costruita un circolo sportivo su un terreno demaniale. Roma Capitale ne è a conoscenza, Regione Lazio lo ha permesso con la giunta guidata da Nicola Zingaretti, che ha messo nero su bianco l’accordo. Tuttavia, qualcosa non torna: l’area in concessione doveva essere aperta a tutti – almeno in parte -, ma dai documenti visionati da Today.it si capisce che nel tempo i patti sono cambiati.
5 milioni di euro per il circolo di Poste sul Tevere
Come racconta da anni RomaToday, la questione del circolo va avanti dal 2018, quando Poste Italiane ha chiesto alla Regione Lazio di avere in concessione uno spazio sulle sponde del Tevere. Ci troviamo nel quartiere Flaminio, zona nord di Roma, nei pressi del Foro italico. Qui, sotto il Ponte della musica, si estende una lingua di terra che si affaccia sul Tevere. Le dimensioni sono considerevoli: 25.000 metri quadri, che, come si vede dal satellite, vanno dal sottoponte fino alla “Casina sportiva”.
La Casina è un edificio storico di 730 metri quadri che apparteneva al “Dopolavoro Postelegrafonico”, e insieme ai suoi spazi era già stato concesso Poste alla fine degli anni ’30.
Dal 1960 è stata gestita dal Dopolavoro delle Poste e, nel finire degli anni ’90, dal Cral Poste (acronimo per Circolo ricreativo aziendale dei lavoratori) con zone dedicate allo sport (campi da tennis, calcetto, pattinaggio e palestra), oltre a una sala riunioni, un ristorante e un parco. Dopo i lavori di realizzazione del Ponte della musica il complesso è stato chiuso, cadendo in uno stato di abbandono e degrado.
A distanza di oltre un decennio, la Regione Lazio ha di nuovo dato l’area in concessione a Poste Italiane Spa fino al 2039 e al prezzo di 145.797,94 euro l’anno. Tenendo conto delle caratteristiche e della zona, abbiamo fatto valutare il canone a una agenzia immobiliare specializzata in grandi investimenti “LEX Luxury&Exclusive real estate” che ha quantificato il costo di un potenziale affitto in 175.200 euro l’anno, tra i 14 e i 20 euro al metro quadro. Il valore corrisponde a quello dell’Agenzia delle Entrate, estratto da Today.it dalla banca dati delle quotazioni immobiliari. Il prezzo pattuito nella concessione, quindi, è in linea coi valori di mercato.
Poste ha riqualificato tutto con un progetto da oltre 5 milioni di euro. Ma ora non è chiaro chi potrà usufruirne.
Quando il demanio pubblico diventa “esclusivo”: i documenti
La collaborazione tra pubblico e privato aveva lo scopo di recuperare gli spazi per restituirli alla collettività, a cui avrebbero avuto un accesso preferenziale, ma non esclusivo, i dipendenti di Poste. Lo prevedeva una prima versione della convenzione tra Regione e Poste. Ma nel tempo le premesse sono cambiate.
A dicembre 2020, l’allora governatore Nicola Zingaretti annunciava che l’area sarebbe rimasta fruibile e accessibile alla cittadinanza. TgPoste, portale di informazione di Poste Italiane, nello stesso periodo parlava di uno spazio di 10.000 metri quadri – su 25.000 ndr -, “aperti al pubblico”, come veniva ripetuto nelle slide della Regione Lazio di presentazione del progetto.
Tuttavia, nella concessione firmata a inizio 2021, gli spazi risultano “aperti” solo alle visite guidate riservate alle scolaresche, in giorni prefissati del mese. Così, negli anni successivi sono iniziate le polemiche, tra politica e associazioni – come Carteinregola -, e Poste, che man mano ha espresso la volontà di fare accedere agli spazi pubblici solo i propri dipendenti. Il circolo è stato aperto a fine giugno 2024 e agli ingressi sono stati installati dei tornelli.
Il protocollo di intesa tra Regione Lazio e Poste usava un condizionale: “[…] le prescrizioni vigenti non permetterebbero l’utilizzo esclusivo da parte di Poste dell’area demaniale in concessione, poiché tale area costituisce dotazione minima inderogabile di spazi pubblici riservati alle attività collettive”. Il problema è proprio l’uso dello spazio pubblico, come sottolineato da Roma Capitale: secondo il Piano regolatore, infatti, l’area rientra nel verde pubblico, che per sua natura non può essere “chiuso”, prescrizione alla quale Poste è invitata ad “attenersi scrupolosamente”, come si legge anche nella convenzione.
Eppure, nella versione finale della convenzione l’area resta aperta solo per le scolaresche. E la cosa non va bene al comune di Roma.
Roma Capitale avvisa Poste Italiane: “L’area deve essere accessibile al pubblico”
La presidente del II municipio, Francesca Del Bello, e l’assessore di Roma Capitale, Maurizio Veloccia, hanno minacciato la revoca della concessione. Nel frattempo, il circolo e l’area da 25.000 metri quadri sono accessibili secondo le volontà di Poste, ai dipendenti. A determinati prezzi: contributo una tantum di 30 euro e 50 euro per l’abbonamento annuale, che sale a 60 per il semestrale e a 70 per il trimestrale. Quota dimezzata per i minorenni.
“Destinare tutto all’utilizzo di noi di Poste, delle nostre famiglie e dei nostri amici”.
TgPoste
L’intervento è privato e chi esclude i cittadini da un’area pubblica è un’azienda, non una qualunque, ma una partecipata dello Stato: così chi ne beneficia? La stessa Poste in una recente puntata del proprio “Tg Poste” mostra un documento interno rivolto ai dipendenti in cui si legge che tutto è “destinato all’utilizzo di noi di Poste, delle nostre famiglie e dei nostri amici”.
Today.it ha contattato Poste Italiane Spa che ha riferito di “interlocuzioni in corso” sul tema con Roma Capitale. La versione è stata confermata dalla presidente Del Bello che ci ha spiegato: “Poste non vuole mantenere subito il circolo aperto, ma vuole arrivarci pian piano – ha detto a Today.it -. C’è una questione da superare sulla vigilanza: temono che dovendola aprire quotidianamente a tutti possa essere danneggiata”.
“Il circolo si trova in un luogo privilegiato della città, non può diventare di proprietà di Poste”.
Francesca Del Bello, presidente II municipio di Roma Capitale
La posizione del II municipio, area in cui ricade il circolo, è chiara: “La zona rientra nel verde pubblico e deve essere fruita da tutti – sottolinea Del Bello -. Ora stiamo trattando per l’apertura dei 10.000 metri quadri come previsto nel primo schema di concessione”. Invitati in consiglio municipale a inizio 2024, Regione Lazio e Poste non si sono presentate.
“Bisogna risolvere – dice la presidente di municipio -, l’area è destinata al verde pubblico, come da Piano regolatore. Si trova in un luogo privilegiato della città, non può diventare di proprietà di Poste. È gestita, curata, conservata ma devono fare entrare tutti. È questo l’elemento su cui basare il rapporto pubblico e privato. Intanto si sono resi disponibili a realizzare degli eventi. L’interlocuzione è aperta e a settembre riprenderemo. Li solleciteremo per finire bene questa vicenda altrimenti useremo i nostri strumenti di controllo”.
Come nelle concessioni balneari per gli stabilimenti sulle spiagge italiane, anche in questo caso si cerca un faticoso bilanciamento tra interesse pubblico e privato. Solo che in questo caso è il pubblico che cerca di dialogare con una propria appendice, un’azienda partecipata dello Stato. Così, continuano le “interlocuzioni” tra le parti: nei fatti, una concessione al contrario.
Fonte : Today