Kamala Harris si è già ripresa un pezzo della Silicon Valley

Sia i donatori che la base dei Democratici erano preoccupati prima del dibattito, ma nelle settimane successive la candidatura [di Biden] è diventata quasi impossibile. Il divario è passato da superabile a apparentemente insormontabile – spiega a Wired US Manny Yekutiel, ex vicedirettore finanziario per la California settentrionale di Hillary Clinton –. Questo apre le porte a un maggiore entusiasmo per le elezioni, il ticket e la convention. Sarà molto più facile organizzarsi“.

Le donazioni in effetti hanno già ricominciato ad arrivare. Nelle 24 ore successive all’annuncio di Biden, il comitato elettorale di Harris ha raccolto 81 milioni di dollari, la somma più alta accumulata in una giornata nel corso della campagna per le presidenziali 2024.

La raccolta di fondi per Biden è scesa a picco, al punto che gli organizzatori delle raccolte fondi sono passati a occuparsi delle campagne per il Congresso, perché dai grandi donatori non arrivava più molto per Biden“, aveva raccontato domenica a Wired US un’importante dirigente del settore tecnologico americano, che nella Silicon Valley ha lavorato a diversi prodotti software e ha chiesto di rimanere anonima.

Chi sta con Trump nella Silicon Valley

Mentre le donazioni da sinistra si erano praticamente fermate, dopo l’attentato contro Trump del 13 luglio diversi leader della Silicon Valley come Elon Musk, il venture capitalist David Sacks e i fondatori della prestigiosa società di venture capital Andreessen Horowitz si sono schierati a favore dell’ex presidente e della suo candidato per la vicepresidenza J.D. Vance, promettendo donazioni da milioni di dollari. Nonostante figure di spicco dell’industria tech americana come Sacks e Musk abbiano sottolineato che il settore sarebbe ormai più a suo agio all’idea di una rielezione di Trump, ci sono ancora poche prove che suggeriscono un cambiamento fondamentale nelle tradizionali inclinazioni politiche della Silicon Valley.

David [Sacks] è Repubblicano da molto tempo, ha scritto Keith Rabois, investitore e importante donatore Repubblicano in un’email inviata a Wired US all’inizio del mese, aggiungendo di non sapere quanti nuovi sostenitori del partito ci fossero effettivamente nella Silicon Valley.

È una vergogna – dice invece Yekutiel a proposito del gruppo sempre più numeroso di dirigenti tecnologici che sostengono Trump –. Rappresenta molto di ciò che non va in questo paese […], ed è una cosa lontanissima dalla comunità tecnologica che dovrebbe creare un mondo migliore e più connesso“.

Dibattito interno e prospettive

Altri importanti donatori del settore tecnologico stanno ragionando su quale sia la strada migliore da seguire per i Democratici ora che Biden è fuori dai giochi.

Fonte : Wired