Ci sono dei video della telecamera della farmacia San Martino che in via Del Ciclamino a Rimini ha ripreso Louis Dassilva nelle ore precedenti l’omicidio di Pierina Paganelli, il 3 ottobre 2023: così la Procura ha ottenuto l’arresto del 34enne senegalese con cui la nuora della vittima Manuela Bianchi aveva una relazione.
A sinistra il fotogramma delle 19.26 del giorno del delitto
Il 16 luglio scorso, circa nove mesi dopo l’omicidio a Rimini di Pierina Paganelli, il vicino di casa Louis Dassilva – sin dall’inizio di questa storia tra i “protagonisti” al centro del giallo – è stato arrestato e portato in carcere. Ad oggi resta l’unico indagato per il delitto di Rimini e lui, che continua a respingere le accuse, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia.
Col passare dei giorni emergono gli elementi che hanno portato all’arresto, dopo mesi di indagini, del 34enne senegalese: gli inquirenti hanno ipotizzato un movente – quello della relazione extraconiugale tra Dassilva e Manuela Bianchi, nuora della vittima – e sono emersi dei video realizzati qualche ora prima dell’omicidio avvenuto nei garage del condominio di via del Ciclamino.
Le prove contro Louis Dassilva secondo gli inquirenti: cosa si vede nei filmati
Questi video sarebbero la “prova” che la Procura di Rimini ha mostrato al gip ottenendo gli arresti di Dassilva: si tratta di una serie di filmati della telecamera della farmacia San Martino che in via Del Ciclamino a Rimini ha ripreso l’indagato nelle ore precedenti l’omicidio di Pierina. C’è un video, tra l’altro, che rivela a chi indaga quali abiti indossasse Dassilva la sera del delitto, il 3 ottobre 2023, che poi si sospetta non abbia mai consegnato alla polizia.
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Un fotogramma immortala quello che sembrerebbe Dassilva alle 19.26 mentre cammina nei pressi della farmacia. Mancano ancora delle ore al delitto, ma per la Squadra mobile questa immagine è importante perché Dassilva ha sempre sostenuto di essere rientrato a casa alle 19 quel giorno e di non essere più uscito fino al mattino successivo.
Pierina Paganelli
La telecamera alle 22.10 circa di quella sera riprende poi l’auto di Pierina Paganelli che rientra a casa: la 78enne aveva partecipato a un incontro al tempio dei Testimoni di Geova prima di essere uccisa a coltellate.
Nelle carte dell’inchiesta, tra gli indizi di colpevolezza a carico di Louis Dassilva, si menziona anche la ripresa della telecamera della farmacia delle ore 22,17: il soggetto ripreso che si dirige verso il portone del civico 31 di via del Ciclamino è, secondo gli inquirenti, con ogni probabilità l’indagato. La svolta fondamentale – si legge – nell’individuazione di Dassilva come responsabile dell’omicidio di Pierina Paganelli si è avuta nel momento in cui si è avuta contezza dell’immagine di un soggetto che tra le 22,17,02 e le 22,17,08 veniva ripreso dalla CAM3 della farmacia dirigersi a passo veloce verso il civico 31.
La pressoché certezza che l’uomo ripreso vada identificato nell’indagato la si trae da diversi elementi investigativi come ad esempio la compatibilità della persona con quella dell’inquilino di via del Ciclamino, sia per carnagione scura, corporatura e deambulazione, con le immagini confrontate anche con quelle in cui Dassilva è apparso in tv.
Sarebbe Louis Dassilva l’uomo immortalato dalle telecamere
Il tragitto dell’ignoto era verso il civico 31, dove risiede l’indagato, tra l’altro Dassilva è risultato essere l’unico soggetto di colore residente in quella zona. L’esperimento compiuto con un figurante di carnagione chiara e uno di carnagione scura ha confermato “in maniera inconfutabile” che il soggetto ripreso la sera del 3 ottobre tra le 22,17,02 e le 22,17,08 era indiscutibilmente di carnagione scura, “certamente non caucasico”. E dalle comparazioni delle immagini si può dire che quello ripreso dalla telecamera della farmacia è “un soggetto maschio, alto, di corporatura magra e con un grado di pigmentazione della pelle scuro, certamente non caucasico”.
Stabilito dunque che quello ripreso dalle telecamere corrisponde all’indagato, approfondimento degli investigatori ha riguardato il motivo della sua presenza in quell’orario – tre minuti dopo l’omicidio – vicino all’ingresso del condominio. L’unica risposta plausibile secondo la Procura è quella della commissione dell’omicidio cui fece seguito la necessità di liberarsi dell’arma utilizzata per uccidere Pierina Paganelli.
A esprimere dubbi, tra le altre cose, su queste immagini delle telecamere la criminologa Roberta Bruzzone, consulente dell’indagato, che a Fanpage.it ha parlato di un impianto accusatorio basato principalmente su supposizioni e “aggredibile da diversi punti di vista”.
Fonte : Fanpage