La Copa America sontuosa, disputata con la maglia della Colombia e certificata dal premio di MvP dell’intera manifestazione – nonostante la sconfitta dei Cafeteros in finale ai supplementari contro l’Argentina – ha inevitabilmente finito con il riaccendere più di una fantasia. Normale, se il giocatore in questione è quel James Rodriguez che vicissitudini varie hanno lentamente fatto scivolare ai margini dei più importanti palcoscenici nazionali. Ma come scritto un paio di settimane fa (ne abbiamo parlato diffusamente qui), il talento del “Bandido” non è certamente in discussione: semmai, a destare più di una perplessità è sempre stata la capacità di risultare decisivo nel medio-lungo periodo (leggasi la continuità di rendimento necessaria per fare la differenza nell’arco di un’intera stagione) e la tenuta mentale per esprimersi in modo costante.
Però, intanto, assist e giocate da fuoriclasse nella più importante competizione calcistica sudamericana riservata alle nazionali sono sembrate quelle dei bei tempi. Trentatré anni non sono pochi, ma nemmeno tanti se comparati a quelli di tanti altri top player che a quell’età hanno continuato – e continuano, nel presente– a sfornare performance di assoluta eccellenza. Rodriguez lo sa, ed è per questo che cerca quello che forse sarà l’ultimo partner, in Europa, per quella che potrebbe seriamente essere la sua “last dance”, la sua ultima opportunità di deliziare il pubblico e risultare decisivo tanto quanto lo è stato con la Colombia in Copa America.
“El Bandido” ha così guardato all’Italia. Che, peraltro, è l’unico dei cinque grandi campionati continentali in cui non ha militato, in considerazione delle sue avventure più o meno lunghe – e spesso poco fortunate – con Real Madrid, Everton, Monaco e Bayern a cui si aggiunge anche quella con il Porto nel massimo torneo lusitano. Le indiscrezioni parlano di un’auto candidatura per vestire la casacca della Lazio. Ipotesi suggestiva, non c’è dubbio, anche perché Rodriguez potrebbe essere davvero il nome perfetto per rivitalizzare una piazza restata delusa dalle ultime scelte di mercato della dirigenza e peraltro anche orfana del suo leader Immobile. Ma anche il Napoli, il quale potrebbe perdere Oshimen, starebbe osservando con attenzione la situazione. Di certo, i 4 milioni di euro all’anno indicati come ingaggio non sono pochi: e la questione se valga davvero la pena, fosse anche per una sola stagione, investirli su chi da parecchio tempo non è andato oltre la quindicina di presenze stagionali nel club, comunque è di quelle difficili da dirimere.
Fonte : Today
