AGI – L’obiettivo era, incontestabilmente, quello di attuare una ritorsione, annientando il nemico con tutti i mezzi utilizzabili in quel frangente. Tanto è vero che il trapper Simba La Rue, alias di Mohamed Lamine Saida, “non si accontenta di terrorizzare e colpire brutalmente e reiteratamente, unitamente ai complici l’avversario, con calci e pugni, ma lo ferisce con un coltello alla gamba. Gesto che, per le modalità della zona attinta, rivela che lo scopo è quello di oltraggiare, mortificare, ferire, non soltanto fisicamente, ma anche moralmente alla vittima”. Lo scrive la terza sezione penale della Corte di appello di Milano nelle motivazioni della condanna a 3 anni, 9 mesi e 10 giorni per le due presunte aggressioni, avvenute tra il marzo e il giugno 2022, commesse dal gruppo del cantante 22enne nell’ambito di una faida con la banda rivale capeggiata dal trapper padovano Baby Touche’.
Le giudici Gazzaniga – Re – D’addea hanno confermato quasi interamente la sentenza di primo grado emessa il 13 ottobre 2023 dalla gup Rossana Mongiardo abbassando leggermente le pene.
“Pur tenendo conto della presa di coscienza dell’imputato, manifestata attraverso il risarcimento del danno e la lettera di scuse, e prestando la massima attenzione alla modulazione delle sanzioni, in modo da pervenire a una pena realmente equa e finanche benevola, allo scopo di incoraggiare l’imputato e rafforzare il proposito di dare una svolta alla sua vita, la pena non può essere ridotta in modo significativo”, ha osservato il collegio evidenziando che “la condizione di disagio da cui il soggetto proviene spiega in parte le cause dell’attitudine alla violenza e deve essere considerata, ma unitamente alle ampie possibilità di riscatto e di successo che, anche grazie al suo talento, la vita gli ha offerto per compiere azioni positive per se e per gli altri”.
Fonte : Agi