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Il Consiglio dei ministri questa sera ha approvato diversi provvedimenti che riguardano le tasse: tre testi unici varati solo in via preliminare, mentre il decreto Riscossione che aveva già avuto il via libera definitivo a inizio luglio è tornato in Cdm per una modifica tecnica. Ecco quali sono le novità.
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È stato un Consiglio dei ministri dedicato principalmente al fisco quello che si è tenuto stasera a Palazzo Chigi. Il governo Meloni ha approvato in via preliminare tre testi unici: sulle sanzioni, sui tributai erariali minori (con numerosi interventi sui pagamenti di piccola entità dovuti al Fisco) e sulla giustizia tributaria. In più, ha dato il secondo via libera definito alla riforma della riscossione già approvata a inizio luglio: il nuovo passaggio in Consiglio dei ministri, che normalmente non servirebbe dopo la prima approvazione definitiva, si è reso necessario per una modifica tecnica al decreto. È saltato, invece, il confronto sul ddl Concorrenza.
Cosa cambia con il nuovo decreto Riscossione
Il decreto sulla riforma della riscossione include il discarico automatico delle cartelle dopo cinque anni, e in generale contiene diverse misure per far sì che i debiti con il Fisco non si accumulino: divisione agevolata in 120 rate mensili e, appunto, ‘scadenza’ dopo cinque anni. Entrambi questi aspetti, considerati il “cuore” della riforma, restano identici. Il motivo per cui il testo ha dovuto tornare all’esame del Consiglio dei ministri dopo aver già avuto l’approvazione definitiva è che la Ragioneria dello Stato non ha dato l’ok a un aspetto tecnico che era stato richiesto dalla commissione Finanze del Senato.
Si trattava della possibilità di rivolgersi a società private per la riscossione dei debiti, se l’Agenzia delle Entrate non riesce a recuperarli. Oppure, in alternativa, di trasferire quegli stessi debiti a dei soggetti terzi, sostanzialmente vendendoli in cambio di denaro: è la cosiddetta cartolarizzazione. Ma sarebbe come rinunciare a una parte di quei soldi dovuti, che verrebbero venduti a un prezzo ridotto rispetto all’importo complessivo del debito. E visto che si parla di debiti nei confronti dello Stato, se si vuole fare una norma che prevede che parte di quei debiti vada perduta, bisogna stanziare dei fondi per compensare questa perdita. Cosa che il governo non ha fatto. Da qui perciò la necessità di un secondo passaggio in Cdm, per cancellare quel passaggio.
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Approvati tre testi unici, novità su tributi e sanzioni
Come detto, il governo ha approvato in prima lettura anche i primi tre testi unici previsti dalla legge delega per la riforma fiscale. Il primo è sulle sanzioni penali e amministrative in materia tributaria, il secondo sui tributi erariali minori e il terzo sulla giustizia tributaria. Il viceministro Leo ha detto che “si tratta di una svolta per il nostro sistema fiscale”, perché questi testi “razionalizzano e coordinano le norme esistenti in materia tributaria”.
Trattandosi solamente dell’esame preliminare, questi testi dovranno passare dalle commissioni del Parlamento per ottenere dei pareri e poi tornare al Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva. Per ora tra le novità c’è un’imposta erariale sui voli degli aerotaxi e sugli aeromobili privati, ma bisognerà aspettare la pubblicazione delle centinaia di articoli su cui il governo ha lavorato per avere un quadro definitivo delle misure.
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Fonte : Fanpage