“Dyson OnTrac perché si dice essere sul pezzo, no? Sulla strada giusta”. Sorride Jake Dyson, il figlio del fondatore dell’azienda che ha rivoluzionato il settore degli elettrodomestici, maneggiando le sue prime vere cuffie bluetooth che strizzano l’occhio a fashionisti e appassionati di musica. In realtà è sfida aperta con le Apple AirPods Max, ma Dyson si sente in corsia di sorpasso. “È un mercato enorme e per questo motivo non abbiamo paura. Io penso che sia un prodotto molto bello, dal design distintivo. Le Dyson Zone precedenti hanno anche il sistema di purificazione, questo è più compatto”, sottolinea l’ingegnere durante l’incontro vis a vis riservato a Italian Tech.
Come sono fatte
Le Dyson OnTrac brillano veramente grazie ad alcuni componenti in finitura in alluminio – ispirata ai processi di produzione CNC (a processo numerico computerizzato). Si parte scegliendo fra quattro versioni: rame, alluminio, cinabro (opaca con finitura ceramica) e nickel nero. E poi volendo c’è ampio spazio di personalizzazione perché le cupole laterali e i cuscinetti auricolari in microfibra si svitano. Un dettaglio che rende le OnTrac affini agli accessori moda: 2mila combinazioni giocando su tantissime cromie. Senza contare il design distintivo che riesce a far esprimere al meglio i materiali tramite un linguaggio formale quasi senza tempo. Un po’ come i luoghi che hanno ospitato lo sviluppo di questo e tutti gli altri prodotti Dyson. Nei pressi di Malmesbury, sulla strada tra Londra e Bristol, abbiamo infatti visitato una gigantesca area dedicata alla ricerca e sviluppo, formazione e strategia dell’azienda. E poi a qualche chilometro gli storici hangar dell’ex aeroporto della RAF di Hullavington, dove un tempo si formavano i piloti, e oggi vengono provati i prototipi. Negli ambienti si coglie la filosofia Dyson, che connota anche le cuffie: amore viscerale nei confronti della pura ingegneria, che di conseguenza genera efficienza.
E in tal senso Dyson OnTrac promette un’esperienza audio da prima della classe. Da una parte le competenze accumulate con lo sviluppo delle cuffie Dyson Zone lanciate lo scorso anno e dall’altra un affinamento tecnico che passa dall’impiego di altoparlanti da 40 mm in neodimio e un sistema evoluto di elaborazione del segnale che assicura uno spettro di riproduzione frequenze compreso tra 6 Hertz e 21,000 Hertz.
“La missione dell’ingegneria audio di Dyson è quella di preservare l’integrità dell’onda sonora dell’artista, senza interferenze. Volevamo anche creare un set di cuffie che le persone potessero apprezzare, entusiasmare e di cui fossero orgogliose. Con oltre 30 anni di esperienza nel campo dell’aeroacustica, abbiamo acquisito la padronanza della fisica del suono. Riducendo il rumore attraverso camere anecoiche interne e ingegneri esperti, abbiamo applicato e ampliato ulteriormente le nostre conoscenze audio per sviluppare le cuffie Dyson OnTrac”, ricorda Jake Dyson.
Sotto il profilo tecnico si tratta di un modello bluetooth 5.0 che supporta i codec audio più diffusi, come l’Sbc e l’Aac, e l’alta risoluzione Lhdc compatibile con le migliori linee smartphone di Motorola, Oppo, Realme, OnePlus, Xiaomi, Vivo e Nothing.
Poi c’è la cancellazione attiva del rumore che, secondo Dyson, grazie a un’analisi in tempo reale consente di ridurre di 40 decibel qualsiasi suono esterno. In pratica ci sono otto microfoni per padiglione che rilevano i suoni ambientali e in base all’elaborazione di questi dati l’unità centrale attua un contrasto audio che azzera ogni fastidio. Ne approfitta anche la coppia di microfoni che si attivano per le chiamate o l’impiego dell’interfaccia vocale sul proprio smartphone.
Come suonano
Le cuffie Dyson, che abbiamo provato per diversi giorni, offrono una qualità di ascolto ottima, che ne legittima il posizionamento nella fascia premium. Al pari di modelli come le AirPods Max, le Sony WH-1000XM5 o le Bose QuietComfort Ultra. In questa soglia è davvero un tema di sfumature e personalità. In tal senso con una traccia come Unravel di Björk le OnTrac riescono a creare una scena tridimensionale coinvolgente, con ogni singolo strumento e la voce ben posizionati intorno all’ascoltatore. Emozionante poi la capacità di riprodurre fedelmente il canto di Joni Mitchell in A case of you, con accordi di chitarra che sembrano non solo vicini ma reali. La stessa sensazione si ha con La symphonie des éclairs di Zaho de Sagazan, anche se ascolto dopo ascolto ci si rende conto che lo stile delle Dyson a volte è un po’ troppo clinico, freddino. Questione di gusti. E infatti con un classico come Trans Fatty Acid, un pezzo dei Lamb remixato da Kruder & Dorfmeister, le OnTrac creano un’atmosfera onirica che rispetto a un modello come ad esempio le Sony WH-1000XM5, risulta un po’ meno cupa, con una batteria dal suono più chiaro del normale e bassi un po’ meno incisivi. Spigolature, perché le OnTrac sono davvero cuffie per ogni genere musicale. E se si desidera un tocco di personalizzazione nell’equalizzazione, si può usare l’app My Dyson e scegliere tra una modalità più cristallina capace di enfatizzare voce e frequenze alte, una maggiore spinta sui bassi oppure una riproduzione neutra (che consigliamo).
Ottima cancellazione del rumore e autonomia record
Le OnTrac sono molto comode e sebbene pesino circa 450 grammi risultano molto ben bilanciate – ma non sono certo indicate per l’attività sportiva. In ogni caso è un peso importante (70 g in più rispetto alle Apple e 200 g in più rispetto a Bose) e qualcuno potrebbe manifestare stanchezza dopo un po’ di tempo. Comoda la possibilità di mettersele al collo, a patto di avere le fattezze di un airone cinerino; astenersi umani adulti. Per quanto riguarda i comandi è sufficiente un tocco sul padiglione sinistro per passare dalla cancellazione del rumore (Anc) alla modalità trasparenza. La prima funziona molto bene, anche in aereo, quindi non c’è scenario metropolitano che possa metterle in difficoltà. La modalità trasparenza invece è utile solo per fare una momentanea conversazione, perché durante una passeggiata tende a enfatizzare troppo i rumori circostanti, compreso il vento. Il piccolo joystick sotto il padiglione destro serve per gestire le tracce, il volume e volendo l’interfaccia vocale del proprio smartphone. Funziona in maniera accettabile, ma è evidente che avrebbe bisogno di un piccolo aggiornamento software per correggerne il livello di sensibilità (soprattutto per il volume). L’app My Dyson complessivamente è molto facile da usare e offre guide e video introduttivi. Degna di nota la funzione che registra costantemente il livello di esposizione sonora con i livelli raggiunti grazie all’impiego o meno dell’Anc. Davvero incredibile l’autonomia massima promessa: si parla di 55 ore grazie all’impiego di due batterie (integrate nei pad dell’archetto) e una capienza di 2.540 mAh. In realtà dipende molto da quanto si usa la cancellazione del rumore, il volume di riproduzione e il numero di chiamate (che si sentono molto bene), ma possiamo assicurare che è facile superare le 40 ore, mentre la concorrenza arriva a non più di 20–30 ore
Come altri modelli, quando si le cuffie vengono sfilate vanno in standby e dopo qualche decina di minuti si spengono. Le OnTrac si ricaricano completamente in tre ore tramite la porta USB-C integrata. Opzionalmente Dyson venderà anche un cavo 3,5mm/USB-C che consentirà il collegamento fisico a una qualsiasi sorgente esterna.
Che cosa ci è piaciuto
- design e potenzialità di personalizzazione
- qualità audio e cancellazione del rumore
- notevole autonomia
Che cosa non ci è piaciuto
- prezzo alto
- joystick a tratti impreciso
- peso
In fine
Le Dyson OnTrac costano 499 euro e sono già prenotabili sul sito ufficiale, mentre la distribuzione inizierà il primo agosto. Ogni set aggiuntivo di cupole o cuscinetti costa 49 euro. Di fatto è un prodotto piuttosto caro ma la qualità musicale e del design sono indiscutibili. Ottime anche la cancellazione del rumore e l’autonomia. Ciò vuol dire che sono perfette per chi viaggia molto – persino la custodia è stata ben progettata – e per chi ama un costante accompagnamento musicale ma con un tocco di degna personalità estetica. Rimangono comunque un po’ pesanti e almeno per il momento il joystick non è ancora così preciso. Per Dyson è un bel colpo, sempre “sul pezzo”.
Fonte : Repubblica