I novant’anni di Giorgio Armani

E sono Novanta! L’11 luglio Giorgio Armani ha compiuto novant’anni, di cui quasi cinquanta di carriera. Ma l’entusiasmo è ancora quello del primo giorno, di quel 24 luglio 1975 in cui un pezzo di storia della moda e della cultura italiana ha preso vita con un capitale di partenza di 10 milioni di lire. Fino ad arrivare oggi ad oltre 4 miliardi di euro. Inizialmente attratto dalla facoltà di medicina, nel 1957 Giorgio Armani trova lavoro alla Rinascente e getta le basi di una carriera folgorante: parte come vetrinista, diventa coordinatore buyer e nel 1966 si trasforma in disegnatore free lance per alcune delle griffe dell’epoca più chic e all’avanguardia. Le sue più celebri invenzioni? I pantaloni alla turca, ampi sulla gamba, stretti alle caviglie, con ricami e applicazioni arabescate, il kimono d’ispirazione couture, le scarpe comode in versione ultra elegante, pianelle o ballerine classiche chiuse in punta.  Il suo capo di abbigliamento più famoso?  La giacca destrutturata, un nuovo classico nato a metà anni ’70 per il guardaroba maschile, presto adottato anche in quello femminile. Giorgio inizia presto il suo lungo legame con il cinema. Nel 1980 il regista Paul Schrader chiamò Giorgio Armani per vestire un attore semisconosciuto di nome Richard Gere in un thriller sensuale intitolato American gigolò. I frame in cui Richard Gere, alias Julian Kay, sceglie cosa indossare in un ordinatissimo armadio pieno di creazioni armaniane, posandole sul letto per costruire le combinazioni giuste tra giacche, camicie e cravatte, contribuirono a creare a livello globale il mito Armani. Da allora hanno scelto Armani Martin Scorsese, Brian De Palma, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Tornatore e Paolo Sorrentino. Oltre 200 sono i film che hanno beneficiato del contributo estetico di Giorgio Armani. Pensiamo agli Intoccabili, celeberrimo film di Brian De Palma del 1987, ambientato nella Chicago proibizionista degli anni 30, il teatro dello scontro tra l’agente federale Eliot Ness, impersonato da Kevin Costner, e Robert De Niro nei panni di Al Capone. Martin Scorsese ha voluto Armani anche per The departed con Matt Damon e Jack Nicholson, per The aviator e The wolf of Wall street con Leonardo DiCaprio. Negli anni lo stilista disegna ancora una volta i costumi di scena di Kevin Costner per La guardia del corpo con Whitney Houston. E poi seguono Sean Connery in Rising sun e Bruce Willis ne Il colore della notte, Al Pacino in La sfida e Sylvester Stallone in The specialist. “Appartengo alla generazione per la quale il cinema era l’unica forma di intrattenimento, assoluta e sorprendente. Per noi ragazzini cresciuti in un’Italia infinitamente più povera di quella di oggi, rappresentava una meravigliosa fuga dalla realtà, la possibilità della fantasia concretizzata. Era un tipo di evasione diverso dalla letteratura, così come dal teatro, che pure tanto mi affascinava”. Seguono ancora Jack Nicholson in Mars attack, Tom Cruise in Minority report, War of the worlds e Vanilla sky, Christian Bale alias Bruce Wayne in Batman di Christopher Nolan, Ben Affleck in Bounce, Brad Pitt in Bastardi senza gloria. Il lavoro dello stilista sul e fuori dal set è consolidato da rapporti di amicizia con le star, ad esempio Cate Blanchett, armaniana sia in pellicole come Hanna che sui red carpet e nelle campagne pubblicitarie della casa di moda. Armani ha creato un sogno, una profonda liason tra moda e cinema, dal 1980 ad oggi. Auguri Giorgio! Sei un esempio di amore per la vita per tutti noi.

Fonte : Today