Passano gli anni, ma non per musica e carisma dei Duran Duran. Alla prima delle due date al Lucca Summer Festival, la band guidata dalla voce di Simon Le Bon, dal basso dell’intramontabile John Taylor, dalle tastiere di Nick Rhodes e dalla batteria di Roger Taylor insegnano a tutti, ancora una volta, come si fa uno show pop. Amato da tutti. Che, alla fine, termina con persone sulle sedie felici di aver riascoltato brani che hanno fatto la storia. La musica dei Duran Duran non invecchia mai. Il racconto del concerto
“Quando sono usciti i biglietti ed eravamo online per acquistarli, stavamo palesemente facendo (virtualmente) a botte per acquistare i posti migliori!” mi dice un signore sulla cinquantina a colazione, la mattina del primo concerto dei Duran Duran a Lucca. Entusiasta, racconta della sua passione per Madonna, per il pop del gruppo di Simon Le Bon e di come i fan si dividevano tra Duran e Spandau. Non vede l’ora che arrivino le 21.30, orario di inizio del concerto, e mi racconta di aver già visto la scaletta, “che non include uno dei miei brani preferiti, e un po’ mi dispiace” aggiunge. L’attesa per il ritorno a Lucca dei Duran Duran è molto sentita, e come dare torto a così tante persone? Chiacchierando gli dico che sono nata nello stesso anno dell’album Rio e che, per ovvie ragioni legate all’età, non posso certo definirmi una fan della prima ora. Quello no. Ma avere dei fratelli maggiori mi ha aiutata a conoscerli. Tanto che nel 2022, al Festival La Prima Estate, quando i Duran Duran hanno fatto un super concerto, ho cantato quasi la metà dei brani in scaletta. Rivedere la band due anni dopo quel concerto? Sì, sì, sì. Domenica 21 luglio al Lucca Summer Festival, una data esaurita in pochi minuti, tanto che è stata subito programmata un secondo concerto, il 23, sold out quasi subito, Ça va sans dire. E domenica sera a Lucca ho capito perché fa sempre bene vedere un live dei Duran Duran.
L’entrata in stile “The Avengers”, poi “Wild Boys”
Arrivano sul palco alle 21.40, preceduti da alcuni visual che li immaginano trasportati su un altro pianeta, forse è già l’Iperuranio dei Duran Duran. Chissà. Ma quando entrano in scena si scatena l’apoteosi. La prima canzone è Nightboat, poi però Simon Le Bon intona Wild Boys e il pubblico si scatena dal primo istante. Il frontman dice qualche parola in italiano, poi canta Hungry e le persone sono quasi già sulle sedie.
La forza del pop dei Duran Duran
È il potere del pop dei Duran Duran che, nonostante una lunga carriera iniziata nei primi Anni Ottanta, proseguita nel tempo e vissuta al massimo, trovano sempre qualcosa di diverso e soprattutto il modo di divertirsi. Lo fa Le Bon rivolgendosi al pubblico, chiedendo ad ogni presente di ballare, perché gli italiani adorano ballare! dice l’artista. E lo fa soprattutto John Taylor, il bassista più amato degli ultimi quarant’anni, che sorride, suona e si diverte. Nick Rhodes, da dietro le sue tastiere, intreccia i fili del live, da perfetto maestro concertatore: fa qualche foto e video con il suo cellulare per immortalare l’ennesimo, ma sempre importantissimo, successo del gruppo. Un concerto in cui ci sono molti dei brani che li hanno resi noti, ma anche i più recenti, tratti dagli ultimi album. Simon Le Bon è il perfetto collante tra la band e il pubblico: piace ancora alle fan tra il pubblico, tanto che in un momento del concerto si sente il coro Sei bellissimo. Lui ascolta, annuisce, fa qualche occhiolino ma va avanti: alla fine lo sa, e sentirlo dai presenti lo fa solo che felice. Poi, per il brano Friends Of Mine, il primo cambio d’abito: Le Bon torna in scena con un chiodo fucsia, che gli fa nuovamente riprendere il centro della scena.
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La dedica all’Ucraina con il brano “Ordinary World”
Insieme alla band anche due coriste e un sassofonista, che due anni fa non era al concerto a “La Prima Estate”. John Taylor non perde occasione per salutare il suo pubblico, e Simon Le Bon poi suona anche lo zufolo. Per la canzone Ordinary World ci si ferma a riflettere: Le Bon la dedica al popolo ucraino, a Gaza e agli israeliani che combattono contro il loro governo: “Ogni paese deve vivere in pace, è questo l’augurio che facciamo con questo brano” aggiunge il cantautore britannico. Poi ripartono le danze, letteralmente! È bellissimo vedere tante mani alzate quando la band ricorda il tour italiano del 1987, dove c’erano molti dei presenti a questa prima data italiana. Non è cambiato quasi nulla, ed è bello così. E guardando come le persone saltano, si muovono e soprattutto divertono, cantando Save A Prayer o Rio, la canzone che chiude il concerto, capisco perché i Duran Duran sono entrati quasi in veste di Supereroi. Vogliono mettere al sicuro il pop? Forse. Intanto loro continuano a suonarlo e, soprattutto, ad insegnare a tutti come si fa.
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La scaletta
Nightboat
Wild Boys
Hungry
A View To Kill
Invisible
Notorious
Lonely Superfreak
Friends Of Mine
Careless
The Chaffeur
Ordinary World
Come Undone
New Moon
Planet Earth
Sunrise
White Lines
Reflex
Girls On Film / Psycho
Save A Prayer
Rio
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Fonte : Sky Tg24