Domenica 21 luglio Tosca sarà a Pratovecchio per il concerto inserito nel ricco cartellone di Naturalmente Pianoforte, il festival che per cinque giorni unisce musica, territorio, cibo e arti figurative nel meraviglioso paesaggio del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
TOSCA: “Se ti lasci coprire dalla musica del popolo, ti sentirai protetta ovunque vada”
L’artista è tra i grandi nomi del festival che da mercoledì 17 luglio sta animando borghi, vigneti e luoghi incantevoli situati nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Tosca porterà la sua arte al pubblico in uno degli appuntamenti più attesi della manifestazione.
Nel corso degli anni Tosca si è affermata come una delle artiste più poliedriche e camaleontiche del panorama unendo mondi differenti sotto lo stesso cielo. L’abbiamo intervistata.
Naturalmente Pianoforte, un concerto in una dimensione particolare
Noi siamo abbastanza abituati da quando nel 2014 ho voluto fare uno stato dell’arte di quasi quindici anni di musica e teatro con Il suono della voce. Quello è stato un punto di svolta. Quel progetto ci ha permesso di esibirci in posti particolari e pazzeschi. Scopriamo luoghi nuovi grazie a questo nostro gioiello. Portiamo in giro la musica per questo nostro bellissimo Paese e da questo luogo torneremo sicuramente arricchiti.
Una continua evoluzione
I miei lavori nascono sempre da un progetto precedente, non c’è mai un azzeramento totale o un cambio di pelle, ma vado sempre a unire, a migliorare e ad abbellire.
Quali sono gli elementi che non hai mai abbondato e che continui a portare con te?
Ci sono dei cardini dai quali sono partita. Il primo è indubbiamente la mia provenienza. Le mie radici sono a Roma, quindi non potrà mai mancare qualcosa relativo al mio sangue, per me è come bere acqua pura. In ogni concerto ci saranno sempre elementi legati al romanesco e alla mia tradizione.
Un forte legame con le origini
Se ti lasci attraversare e coprire dalla musica del popolo, ti sentirai protetta ovunque vada. Poi c’è ovviamente il mio amore per la musica napoletana. Con Renzo Arbore abbiamo fatto un tributo a Roberto Murolo e da quello spettacolo, intitolato ‘Sto core mio, prendiamo cose che ci piacciono.
Cosa aspettarci dal concerto di questa sera?
Ci saranno canzoni che fanno parte della mia storia da venti anni a questa parte, non ci saranno quelli che vengono definiti ‘successi’, alcune volte li facciamo, altri no, seguiamo un filo emozionale.
Un lavoro di squadra
Parlo al plurale perché questo è un collettivo, facciamo un po’ come le grandi orchestre balcaniche, penso ad esempio a Goran Bregović. Ho cercato di ricreare qualcosa che fosse un lavoro corale con una leader, un luogo in cui tutti i musicisti potessero avere un proprio spazio. Un puzzle che può completarsi soltanto grazie al lavoro di tutti.
Non è facile far incastrare tutti i pezzi
Sì, ma è il nostro lavoro ed è bello così.
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Cosa diresti alla ragazza degli inizi?
La stessa cosa che mi direi oggi, ovvero di esser più leggera. Per quanto ci provi in tutti i modi, però è un mestiere che faccio con tanto rigore e passione. La musica è la cosa che amo di più al mondo, alcune volte ci rido con mio marito perché gli dico di amare la musica più di qualunque altra cosa, ma per lui è lo stesso con il teatro. Coccoliamo questi nostri lati. Alcune volte mi arrabbio con lui quando è via per le prove, ma poi lo capisco, per me è uguale con la musica.
Una vera e propria storia d’amore
La musica è il mio amore più grande e non riesco a tradirla o a svilirla. Quindi a quella ragazza direi di usare maggior leggerezza, ma so che quella ragazza non mi ascolterebbe.
Guardando al futuro? Nuovi progetti all’orizzonte?
Ce ne sono talmente tanti che chi lavora con me è preoccupato. Ho sempre così tante cose che il tempo non sembra mai essere abbastanza.
Un continuo divenire
Dopo questo giro mi fermerò per tutto il prossimo anno perché ho bisogno di ricaricare a livello artistico, è necessario. Proprio come in natura, un seme ha bisogno di terra, sole e acqua per poter crescere.
Fonte : Sky Tg24