Anche Fengqi You, il ricercatore della Cornell, sottolinea l’importanza di proseguire la transizione verso le fonti di energia rinnovabile, anche se dubita dell’efficacia degli sforzi di sostenibilità delle aziende che si affidano ai piani di compensazione delle emissioni di CO2: “La compensazione è una soluzione temporanea, che è meglio di niente, ma non è sicuramente una soluzione definitiva“, afferma. Ren la pensa allo stesso modo sulle iniziative per il ripristino delle risorse idriche: sono meglio rispetto a non fare nulla, ma rimangono una misura insufficiente. Il ricercatore sostiene che si dovrebbe prestare maggiore attenzione all’impronta idrica della catena di approvvigionamento delle grandi aziende, oltre che al loro consumo diretto.
Naturalmente, Google e Microsoft non sono gli unici grandi contendenti nella corsa all’intelligenza artificiale. Contattata via email, la portavoce di Meta Melanie Roe ha chiesto ulteriori informazioni su questo articolo, ma non ha poi risposto ai successivi messaggi di Wired US. Anche OpenAI non ha risposto alle richieste di commento.
Rompicapo energetico
Le aziende tecnologiche spesso presentano lo sviluppo dell’AI anche come parte della soluzione all’emergenza climatica, invece che un problema per l’ambiente. Nel tentativo di ridurre l’impatto immediato dell’AI e i suoi costi, ricercatori e sviluppatori stanno studiando approcci nuovi per ridurre l’energia necessaria a creare i loro strumenti affidandosi a chip più efficienti, oltre a sperimentare modelli più piccoli che richiedono meno calcoli.
Al di là delle preoccupazioni ambientali, i data center rischiano anche sovraccaricare le reti elettriche locali: “Nello stato di Washington, a Quincy, c’è un data center di Microsoft – racconta Moazeni –. So che ci sono molti timori che stiano risucchiando tutta l’energia della zona”. In tutto il mondo, le server farm che addestrano e alimentano i modelli di intelligenza artificiale possono entrare in competizione con i residenti e le aziende locali per l’energia, causando blackout quando ci sono picchi nella domanda. Bobby Hollis, vicepresidente per l’energia di Microsoft, ha dichiarato in un’email a Wired US che il colosso collabora con le autorità e le società pubbliche per evitare di pesare sui servizi locali, oltre a costruire infrastrutture di supporto per evitare qualsiasi disagio nei servizi per i cittadini.
Gli utenti che guardano con un occhio critico al proprio consumo energetico potrebbero trovarsi in difficoltà. Anche se non si cercano attivamente, può essere difficile sfuggire agli strumenti AI, considerando che ormai vengono inclusi come funzioni predefinite nei sistemi operativi, nelle applicazioni web e nei software che usiamo tutti i giorni. Che si acceda a un portale online per lavorare o che si utilizzi internet solo per connettersi con gli amici, è quasi impossibile non imbattersi nei chatbot che offrono sintesi delle informazioni e promettono di aumentare la produttività.
Se da una parte l’intelligenza artificiale è già onnipresente e continuerà a insinuarsi in un numero sempre maggiore di attività online, insomma, resta ancora da capire quando il settore raggiungerà il picco in termini di consumo energetico.
Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.
Fonte : Wired