Perché l’attacco di Israele in Yemen rafforzerà i miliziani islamisti

Israele ha colpito duramente gli Houthi, attaccando per la prima volta nella storia lo direttamente lo Yemen. Il bombardamento al porto di Hodeida, controllato dai ribelli islamisti, ha ucciso sei persone e ne ha ferite 83, distruggendo una centrale elettrica e impianti di stoccaggio di carburante e scatenando un enorme incendio. E l’attacco potrebbe avere l’effetto contrario a quello voluto da Israele, rafforzando i miliziani. Questi ultimi hanno promesso una “risposta enorme”, sostenendo che non ci saranno “linee rosse” e che “il nemico israeliano non è più al sicuro in quella che viene chiamata Tel Aviv”.

Gli houthi

Gli Houthi sono un gruppo armato, il cui nome ufficiale è Ansar Allah (i “Partigiani di Allah”), composto da milizie sciite in guerra da anni contro il governo centrale dello Yemen, che rappresenta la maggioranza sunnita della popolazione della nazione musulmana. Sostenuti dall’Iran, hanno intensificato gli attacchi contro Israele e gli obiettivi occidentali, affermando di agire in solidarietà con i palestinesi in risposta alla guerra a Gaza.

Chi sono gli houthi

I miliziani hanno iniziato ad attaccare le navi occidentali nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden dopo che Israele ha invaso la Striscia in seguito all’attacco del 7 ottobre da parte dei militanti di Hamas al sud di Israele. Ora il primo attacco israeliano diretto contro gli Houthi avrebbe “legittimato la volontà degli Houthi di condurre una guerra contro Israele”, il che potrebbe aumentare il loro capitale di simpatia in un contesto di crescente rabbia nel Paese per la guerra a Gaza. Lo ha sostenuto Maged Al-Madhaji del Centro per gli studi strategici di Sanaa parlando con la France Presse.

Aumenta il sostegno popolare

Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas in ottobre, gli Houthi si sono posizionati come membro chiave della rete regionale di alleati di Teheran, che comprende gruppi in Libano, Siria e Iraq. Da novembre hanno lanciato quasi 90 attacchi a navi mercantili nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Venerdì, in un attacco senza precedenti, un drone Houthi ha superato il sistema di difesa di Israele, uccidendo una persona a Tel Aviv.

A seguito dei raid di rappresaglia di Israele contro Hodeida, migliaia di yemeniti che sventolavano bandiere palestinesi sono scesi in piazza nella capitale Sanaa scandendo “morte all’America, morte a Israele”. “Per i ribelli, questi attacchi sono un potente strumento di propaganda. Possono fomentare i loro sostenitori dipingendosi come difensori contro un nuovo aggressore esterno”, osserva Afrah Nasser del think tank Arab Center di Washington, negli Usa.

Gli attacchi alle navi occidentali

I ribelli si oppongono anche agli attacchi condotti da gennaio da Stati Uniti e Gran Bretagna per “proteggere” il traffico marittimo. Nonostante il dispiegamento delle coalizioni navali occidentali, gli Houthi hanno anche intensificato gli attacchi contro le navi considerate alleate di Israele, utilizzando missili e droni. Gregory Johnsen dell’Institute for Future Conflict ha sostenuto che gli Houthi “non vogliono altro che essere visti combattere l’alleanza americana-sionista”.

Questo “soffoca anche il dissenso interno”, e ciò “rende il gruppo più forte e più facile da reclutare”. Gli Houthi hanno conquistato la capitale Sanaa nel 2014. Una coalizione a guida saudita è intervenuta l’anno successivo per sostenere il governo riconosciuto a livello internazionale. Ma quasi un decennio di guerra non è riuscito a indebolire i ribelli, che controllano vaste aree dello Yemen.

Difensori della Palestina

“L’ultimo decennio di guerra civile internazionalizzata nello Yemen dimostra che la leadership Houthi non si lascia scoraggiare dagli attacchi militari”, ha dichiarato Elisabeth Kendall, direttrice del Girton College dell’Università di Cambridge. Dopo i raid israeliani, gli Houthi “rafforzeranno il loro status di difensori della Palestina”, ha dichiarato all’Afp. Anche perché il porto di Hodeida è un punto di ingresso vitale per le importazioni di carburante ma anche per gli aiuti internazionali.

Inoltre, come sostiene Andreas Kreig del King’s College di Londra, l’attacco israeliano “non eroderà in modo significativo la catena di approvvigionamento di armi degli Houthi”, perché “i componenti dei missili possono essere consegnati per vie diverse e non richiedono grandi strutture portuali”. Inoltre, ha spiegato sempre all’AFP, “l’Iran ha catene di approvvigionamento molto diversificate”.

Fonte : Today