Non si arrestano le proteste in Bangladesh, schierato l’esercito: almeno 110 morti

Non si arrestano in Bangladesh le proteste degli studenti contro la decisione di reintrodurre un sistema di assunzioni privilegiate, nelle istituzioni pubbliche, per i familiari dei veterano di guerra. Per fermare le manifestazioni che vanno avanti da giorni il governo ha addirittura deciso di schierare l’esercito, una decisione che contribuirà ad alzare la tensione in una situazione già esplosiva. Finora le persone morte negli scontri e uccise dalla polizia sono state almeno 110. Nella capitale Dacca i militari hanno istituito posti di blocco durante il coprifuoco imposto in risposta alle proteste.

Via internet

Internet e i servizi di messaggistica sono stati sospesi da giovedì, tagliando fuori la nazione mentre la polizia ha represso i manifestanti che hanno sfidato il divieto di riunirsi in pubblico. La maggior parte delle telefonate all’estero non è riuscita a connettersi, mentre i siti web delle organizzazioni dei media con sede in Bangladesh non sono stati aggiornati e i loro account sui social media sono rimasti inattivi. “Togliere Internet a un Paese di quasi 170 milioni di persone è un passo drastico, che non si vedeva dai tempi della rivoluzione egiziana del 2011”, ha ricordato alla Reuters John Heidemann, scienziato capo della divisione networking e cybersecurity della USC Viterbi, una università statunitense.

Oltre ai morti, gli scontri hanno provocato migliaia di feriti, con la polizia che per cinque giorni ha sparato gas lacrimogeni, proiettili di gomma e granate sonore per disperdere i manifestanti che lanciavano mattoni e incendiavano veicoli. Le manifestazioni, le più grandi da quando il primo ministro Sheikh Hasina è stato rieletto per il quarto mandato consecutivo quest’anno, il quinto in totale, sono state alimentate anche dall’alto tasso di disoccupazione tra i giovani, che costituiscono quasi un quinto della popolazione.

Il coprifuoco

Con il bilancio delle vittime in aumento e l’incapacità della polizia e delle altre forze di sicurezza di contenere le proteste, il governo di Hasina ha imposto un coprifuoco nazionale e ha schierato i militari, ai quali è stato dato l’ordine di sparare a vista se necessario. Il coprifuoco è stato alleggerito per due ore a partire da mezzogiorno di oggi (sabato 20 luglio), per consentire alla popolazione di fare acquisti e sbrigare altre faccende. Il coprifuoco durerà fino alle 10 di domenica, quando il governo valuterà la situazione e deciderà la prossima linea d’azione.

Le ragioni della protesta

A dare il via alle proteste la decisione dell’Alta Corte di Dacca di reintrodurre la quota del 30% di posti governativi per i familiari dei veterani di guerra e combattenti per la libertà della Guerra d’Indipendenza del 1971, rispolverando quindi una norma degli anni Settanta. In un contesto di elevata disoccupazione giovanile queste decisioni, viste come contrarie al merito, hanno scatenato una rabbia diffusa in tutto il Bangladesh. Il sistema delle quote è stato giudicato come uno strumento discriminatorio e di nepotismo, a tutto vantaggio degli affiliati alla Awami League, il partito di Hasina (fondato da suo padre Sheikh Mujibur Rahman, nonché primo presidente del Bangladesh), che governa ininterrottamente dal 2009.

Fonte : Today