Ai Campi Flegrei è in corso un nuovo sciame sismico e il 18 luglio, alle 8:08 di mattina, è stata registrata una scossa di terremoto di magnitudo 3.6. È stata avvertita a Pozzuoli, Bacoli e nei quartieri occidentali di Napoli. Al momento non sono stati segnalati danni particolari.
Secondo quanto dichiarato all’Ansa da Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), si tratta di un livello di sismicità in linea con quello rilevato nei mesi scorsi. Ecco i dettagli.
Epicentro e profondità
La scossa di terremoto è stata localizzata dalla sala operativa dell’Osservatorio Vesuviano di Napoli e ha avuto come epicentro una zona che si trova al confine fra il comune di Napoli e quello di Pozzuoli, a cinque chilometri di distanza da quest’ultimo. L’evento si è verificato a una profondità di circa due chilometri.
“La sismicità continua ad essere in linea con quella dei mesi scorsi”, ha riferito Di Vito all’Ansa: “Anche se abbiamo registrato un lieve rallentamento nel numero di terremoti, il sollevamento del suolo prosegue allo stesso tasso e dunque ci aspettavamo l’arrivo di altre scosse. Inoltre, l’emissione di gas dal sottosuolo è molto elevata, in alcuni punti arriva a 5mila tonnellate al giorno”.
I giorni precedenti
Secondo i dati dell’ultimo bollettino diffuso dall’Ingv, anche l’11 e il 12 luglio erano stati registrati due sciami sismici nell’area dei Campi Flegrei, caratterizzati da diverse scosse tutte di magnitudo compresa fra 1.0 e 2.6.
Per quanto riguarda la deformazione del suolo (fenomeno noto col nome di bradisismo), da aprile di quest’anno il valore medio della velocità di sollevamento nell’area del Rione Terra (quella interessata dal massimo livello di deformazione) è stato pari a circa 2 centimetri al mese. Globalmente, da gennaio a metà luglio il suolo in quest’area si è sollevato di circa 11,5 centimetri.
I Campi Flegrei
Ricordiamo che i Campi Flegrei sono un’area vulcanica che include i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e parte della città di Napoli. Ricchi di fumarole e sorgenti termali, i Campi Flegrei sono una caldera, cioè una depressione del suolo che si è formata per il collasso del tetto del serbatoio magmatico superficiale a seguito del suo svuotamento dopo almeno due grandi eruzioni, l’Ignimbrite campana di 40mila anni fa e il Tufo giallo napoletano di 15mila anni fa.
Quella dell’Ignimbrite Campana è l’eruzione a più elevata energia verificatasi nel Mediterraneo di cui ad oggi si ha notizia. Si pensa che l’enorme quantità di cenere che venne dispersa nell’atmosfera influenzò addirittura il clima non solo a livello regionale ma probabilmente anche a livello mondiale. Di recente non si sono verificati importanti fenomeni eruttivi (l’ultima eruzione risale al 1538), ma, come abbiamo visto, il suolo in questa zona continua a deformarsi dando luogo a scosse di terremoto e sciami sismici.
Fonte : Wired