AGI – “Sono pronto alla mia Via Crucis… ma speremo no i me meta in croze”. La chiude con una battuta, in dialetto veneto, in perfetto “stile Brugnaro”, la prima uscita pubblica dopo il terremoto giudiziario che ha travolto il Comune di Venezia. Il primo cittadino è apparso oggi in una conferenza stampa a Cà Corner sul contributo d’accesso, dopo che martedì la guardia di finanza ha arrestato tra gli altri l’ormai ex assessore alla Mobilità Renato Boraso e indagato 23 persone tra cui lo stesso Brugnaro (ma per una indagine parallela a quella principale e legata al suo blind trust).
E, come fatto già all’indomani degli arresti, è tornato a sostenere la sua completa estraneità ai fatti. “Per la parte giudiziaria – ha spiegato – mi difendero’ io. Da parte mia so di avere una coscienza pulitissima. Dico ai cittadini: ‘continuate a fidarvi perchè sono una persona onestà. Io preferisco andare avanti con l’amministrazione”.
L’indagine della Guardia di finanza
L’attività di indagine ha preso il via da un esposto del 2021 e ha cercato di far luce, come spiegato dal Procuratore Capo di Venezia Bruno Cerchi, “in relazione alla strutturazione di gare in cui venivano favoriti alcuni privati rispetto ad altri, alcuni imprenditori in cambio di denaro”. Fatti durati anni, che hanno visto l’arresto di Borato con l’accusa di corruzione, auto-riciclaggio, fatturazione per operazioni inesistenti in concorso e creazione di rapporti con privati per la gestione degli appalti in modo non corretto. L’ordinanza che ha portato all’arresto dell’assessore ricostruisce almeno 11 episodi di presunta corruzione che vedono tra gli altri anche la svalutazione di un prestigioso immobile (Palazzo Papadopoli) in modo da agevolare i rapporti con un magnate cinese con base a Singapore, interessato ad acquisire l’area dei “Pili”, di proprietà dello stesso Brugnaro.
“Dimostrero’ nelle aule di giustizia di essere un galantuomo. Non posso rispondere oggi a domande inerenti l’inchiesta, per rispetto della magistratura, e degli altri indagati, che hanno diritto a difendersi in processo con le loro argomentazioni” ha poi spiegato. “Per quanto riguarda me – ha aggiunto – le questioni sono sempre le stesse, se ne parla dal 2015: la proprietà dei PIli, il sistema del blind trust. è stata messa dentro anche la vicenda della vendita di palazzo Papadopoli, di cui io non so assolutamente nulla. So che dovevamo venderlo, è stato veduto secondo le procedure, come altre cose che non si riuscivano a vendere. La magistratura vuole vederci chiaro sulle procedure adottate, fa benissimo a farlo”.
Come annunciato all’indomani dell’inchiesta gli aspetti politici e amministrativi legati all’indagine saranno oggetto di un Consiglio comunale ad hoc indetto per il 9 settembre.
Fonte : Agi