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La bambina, che frequenta la terza elementare nel cuneese, aveva ripetutamente manifestato disagio all’idea di entrare a scuola, perché avrebbe dovuto lasciare la mamma: “Temeva che il papà poteva farle del male quando lei non era a casa”, ha raccontato una maestra.
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Immagine di repertorio
È nato dai racconti di una bimba alle maestre della scuola che frequentava il processo per maltrattamenti contro un uomo residente in provincia di Cuneo, per il quale la procura della città piemontese chiede ora la condanna a tre anni e tre mesi di carcere.
La bambina, in terza elementare, aveva ripetutamente manifestato disagio all’idea di entrare a scuola, perché avrebbe dovuto lasciare la mamma: “Temeva che il papà poteva farle del male quando lei non era a casa” ha testimoniato una delle insegnanti. Molteplici e circostanziati i racconti delle liti violente cui la piccola avrebbe assistito, nell’arco di diversi mesi. Sosteneva fra l’altro che avrebbe preferito trasferirsi con la mamma presso i nonni materni, fuori regione: “Perché la casa dei nonni è vicina alla caserma dei carabinieri”.
A novembre la piccola alunna era stata assente per un periodo e quando era tornata aveva parlato di un’altra lite tra i genitori così riferita da una maestra: “Il papà aveva lanciato le chiavi dell’auto in cortile e inveito contro la mamma, gettandole addosso una sedia. Emma era molto preoccupata e aveva cercato di allontanare il papà, perché aveva paura di cosa potesse succedere”.
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“Il disagio non attiene all’affettività che lega la minore alla mamma o al papà, ma fotografa una situazione oggettiva”, ha sottolineato il pm Lombardi, replicando agli elementi che la difesa ha portato per dimostrare quanto la bimba fosse in effetti legata al padre. “L’impostazione difensiva lascia molte perplessità”, ha aggiunto la rappresentante dell’accusa, stigmatizzando gli sforzi dell’imputato per descrivere l’ex moglie come “un’ubriacona” e una manipolatrice: “L’intervento è culminato con la sospensione della potestà genitoriale e il collocamento della bambina in struttura, a questo sarebbe servita la strumentalizzazione”, ha affermato il magistrato, secondo il resoconto del quotidiano Cuneo Dice.
La madre ha inizialmente negato di aver subito violenze, sia con le maestre che in caserma: solo successivamente ha accusato l’ormai ex marito, pur senza presentare denuncia. Sul registro elettronico di classe, infatti, la donna aveva scritto che la figlia non era stata presente a scuola, il giorno prima, perché la sera precedente suo marito l’aveva picchiata e aveva portato via di casa la bambina. “Non ho sporto denuncia – ha detto ai giudici – perché tengo alla mia vita e a veder crescere mia figlia. Mi ha minacciata di morte, diceva che mi avrebbe ammazzata se gli avessi tolto la bambina”.
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Fonte : Fanpage