Papà dimentica la bimba in auto: morta di caldo

Una bambina di un anno è morta oggi dopo essere rimasta chiusa in auto sotto il sole per alcune ore a Marcon, zona industriale alle porte di Venezia. Stando ad una prima ricostruzione, la piccola sarebbe stata dimenticata in macchina dal padre – Sirio Chinellato – che andando al lavoro avrebbe dovuto lasciare la piccola all’asilo dove era attesa alle 8 circa.

La bimba è rimasta invece sul sedile dell’auto nel parcheggio davanti alla ditta di illuminazione Lodes dove lavora il padre, nell’area industriale di Marcon, in via Pialoi. Intorno all’ora di pranzo sarebbero stati i colleghi di lavoro ad avvertire l’uomo che all’interno dell’abitacolo sul seggiolino c’era la bambina, Agnese, lasciata lì probabilmente dal mattino. Quando l’uomo è tornato dove aveva parcheggiato si è reso conto della tragedia, ed ha chiamato i soccorsi.

L’ambulanza del 118 è arrivata in pochi minuti, ma per la bimba, portata al pronto soccorso, non c’era più nulla da fare. La bambina, di 14 mesi, era rimasta per ore nell’auto resa incandescente del sole: la temperatura interna di un veicolo parcheggiato al sole può superare di 15 gradi quella esterna, arrivando nei periodi più torridi anche oltre i 50 gradi Celsius, condizioni non tollerabili dal corpo umano, specialmente quello dei bambini.

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I sanitari della locale unione sanitaria (Usl3) stanno assistendo psicologicamente i genitori che hanno avuto un crollo e sono stati ricoverati a loro volta, sotto shock. Ulteriori dettagli verranno forniti solo dopo una verifica a tutela della famiglia che sarebbe residente nella adiacente provincia di Treviso. 

La sindrome che ha ucciso oltre mille bambini e la legge sul seggiolone (che c’è già)

Dal 2019 la legge salva-bebè impone in auto i seggiolini anti abbandono: un dispositivo che dovrebbe contrastare la cosiddetta “Forgotten baby syndrome” ovvero la sindrome del bambino dimenticato. Era il luglio 1998 quando per la prima volta si è avuto notizia di un bambino morto in auto: si chiamava Andrea e a 2 anni era stato dimenticato dal padre sul seggiolino dell’auto sotto il sole. Una sindrome che – secondo alcune stime – ha portato in tutto il mondo alla morte più di mille bambini. Negli Stati Uniti solo 2024 sono già 13 i morti, tre solo fra il 14 e il 16 luglio negli stati di New York, New Jersey e Illinois: l’ultimo solo pochi giorni fa. 

Uno degli ultimi casi in Italia risale allo scorso anno quando un carabinieri dimenticò il figlio nell’auto nel parcheggio davanti all’asilo a Roma. L’uomo era convinto di aver lasciato la bambina al nido e da allora non si dà pace. 

Dal 2019 vige l’obbligo dei seggiolini anti-abbandono, provvisti cioè di un allarme acustico per ricordarsi della presenza del bimbo in auto. A firmare il provvedimento era stata Giorgia Meloni. I dispositivi, oltre agli allarmi visivi e sonori, possono essere anche collegati agli smartphone dei genitori attraverso apposite app. La dimenticanza del dispositivo espone i genitori a una multa fino a oltre 300 euro, oltre alla decurtazione di ben 5 punti dalla patente.

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“Bambini più sensibili al caldo”

Senza liquidi sotto il sole basta anche meno tempo per intaccare i tessuti e gli organi nobili (cuore e cervello) rispetto a quello trascorso dalla bambina tra le lamiere roventi dell’auto, dimenticata dal padre nel Veneziano. A dirlo all’Adnkronos Pier Mannuccio Mannucci, professore emerito di Medicina Interna dell’Università Statale di Milano spiegando cosa succede con il colpo di calore. “Mentre aumenta la temperatura corporea, il sangue si ispessisce e si creano delle aritmie. I bambini, tra l’altro, sono più sensibili degli adulti perché hanno meno capacità di compenso”, specifica il professore.

“La bambina ha perso liquidi e non è riuscita a integrarli, in più è salita la sua temperatura corporea – rimarca Mannucci – Diminuendo i liquidi essenziali del corpo umano, si può dire che la piccola è morta sostanzialmente di sete e per la febbre”. La disidratazione porta infatti “a una diminuzione della parte liquida del sangue che si concentra e non riesce più a ossigenare i tessuti, l’iperpiressia crea invece problemi a livello cerebrale, insieme le due cose portano a morte”.

Fonte : Today