L’Ucraina vuole comandare sciami di droni con l’AI

In Ucraina alcune startup stanno sviluppando sistemi di intelligenza artificiale in grado di pilotare un’ampia flotta di droni. Tradizionalmente, infatti, la gestione di droni in gruppi numerosi è complessa per i piloti umani che non possono coordinare efficacemente l’intera flotta. L’AI, invece, può permettere di operare in maniera coordinata e autonoma, ottimizzando le risorse e aumentando il numero di missioni. In particolare il focus dello sviluppo degli algoritmi sarebbe indirizzato su tre principali aree tecnologiche: sistemi visivi per l’identificazione di bersagli e il controllo del volo, mappatura del territorio per la navigazione avanzata, e programmi sofisticati per la coordinazione di “sciami” di droni.

Precedentemente considerata costosa e sperimentale, la tecnologia dei droni AI sta diventando più accessibile grazie all’uso del Raspberry Pi, un piccolo computer a scheda singola progettato da una azienda inglese per promuovere l’insegnamento della computer science e l’informatica in generale, ma che grazie alla sua versatilità e al basso costo è diventato usatissimo per produrre tecnologia militare. Lo racconta il Reuters.

Sciami in costruzione

Una delle aziende ucraine leader in questo settore si chiama Swarmer e sta sviluppando un software chiamato Styx per la connessione in rete dei droni. Questo sistema sarebbe in grado di coordinare insime droni di diversi tipi, sia aerei che terrestri, per operazioni di ricognizione e attacco. Secondo l’ad dell’azienda, Kupriienko, mentre i piloti umani possono gestire difficilmente più di cinque droni contemporaneamente, l’AI potrebbe controllarne anche centinaia.

Inoltre, come spiega Kupriienko, l’automazione di questi velivoli contribuirebbe a proteggere i piloti che al momento operano molto vicino alle linee del fronte e per questo sono un bersaglio prioritario per il fuoco del nemico. Ma Swarmer solo una delle oltre 200 aziende tecnologiche nate da quando la Russia ha lanciato la sua invasione su vasta scala nel 2022, con civili provenienti dal settore IT che sviluppano droni e altri dispositivi per aiutare l’Ucraina.

La necessità di droni dotati di intelligenza artificiale sta diventando sempre più importante anche per un altro motivo. Da entrambi i fronti, infatti, si stanno implementando sistemi di guerra elettronica (Ew) che interrompono i segnali tra piloti e droni. In particolare, i classici droni Fpv (first person view) piccoli ed economici usatissimi fino al 2023, sono diventati sempre meno utili oggi, per via delle interferenze elettroniche utilizzate dalla contraerea, che ne neutralizzarli fino all’80%.

Armi automatiche

In pratica i sistemi Ew formano una cupola invisibile che interferisce con il segnale dei velivoli teleguidati. E se il contatto tra il pilota e il drone viene interrotto il velivolo precipita a terra o continua a volare dritto. Per ovviare a questa nuova difesa tecnologica, aziende ucraine, tra cui Swarmer, hanno iniziato a sviluppare funzioni che consentono a un drone di agganciare un bersaglio tramite la sua telecamera e agire in completa autonomia. Automatizzando la parte finale del volo di un drone verso il suo obiettivo, non sarà più necessario il pilota, annullando così l’effetto di disturbo dell’Ew.

Secondo gli esperti, tuttavia, l’uso di armi automatizzate solleva serie questioni etiche. Un rapporto del 2020 del Parlamento europeo ha evidenziato i rischi di possibili violazioni del diritto umanitario internazionale. Nonostante queste preoccupazioni, l’Ucraina sta già impiegando l’AI in operazioni con droni a lungo raggio.

Secondo una fonte anonima citata da Reuters, alcuni attacchi contro obiettivi militari e industriali avvenuti in territorio russo hanno coinvolto gruppi di circa 20 droni coordinati da strumenti di intelligenza artificiale. In queste missioni, mentre i droni principali si dirigono verso l’obiettivo, gli altri hanno il compito di neutralizzare o distrarre le difese aeree nemiche. In questi casi l’AI, sempre sotto supervisione umana, è stata usata per aiutare i piloti nell’individuazione di bersagli e minacce e nella pianificazione delle rotte.

Fonte : Wired