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L’analisi della scrittrice e politologa Arianna Farinelli a Fanpage.it sul possibile ritiro di Joe Biden della candidatura in vista delle elezioni presidenziali USA del 5 novembre: “Richieste di partito ed elettori impossibili da ignorare. La sua fragilità giustapposta alla forza di Trump che si rialza dopo essere stato colpito (se pur di struscio) nell’attentato in Pennsylvania è un paragone impietoso per i democratici”.
Intervista a Arianna Farinelli
politologa e scrittrice.
“C’è la reale possibilità che Joe Biden faccia un passo indietro e si ritiri dalla corsa alla Casa Bianca. Ci sono richieste da parte del partito e degli elettori impossibili da ignorare. Anche perché la fragilità di Biden giustapposta alla forza di Trump che si rialza dopo essere stato colpito (se pur di struscio) nell’attentato in Pennsylvania è un paragone impietoso per i democratici”.
Così Arianna Farinelli, politologa e scrittrice, oltre che autrice di Gotico americano (Bompiani) e Gli ultimi americani (Mondadori), ha commentato a Fanpage.it le crescenti richieste del partito democratico USA al presidente Biden affinché rinunci alla sua candidatura alle elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre dopo la debacle del dibattito televisivo contro Trump. Nel giorno in cui è stato reso noto che l’inquilino della Casa Bianca è risultato positivo al Covid, un altro parlamentare autorevole, Adam Schiff, gli ha chiesto di passare esplicitamente di passare il testimone.
Aumenta il numero dei dem che chiede o vorrebbe chiedere al presidente Biden un passo indietro in vista di USA 2024. Crede che ci sia la possibilità che il presidente si ritiri effettivamente?
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“Credo di si. Ieri anche Chuck Schumer, leader del partito al Senato, gli ha chiesto un passo indietro spiegando che i democratici rischiano pesanti perdite di seggi al Congresso se il candidato rimarrà lui. Inoltre, secondo una ricostruzione del New York Times, ora il presidente sembrerebbe più ricettivo di fronte alle richieste dei maggiorenti del suo partito”.
Lui continua ad affermare di essere la scelta migliore per sconfiggere Trump. Cosa o chi potrebbe convincerlo a ritirarsi?
“Si sperava che la famiglia, e specialmente sua moglie Jill, lo convincesse al ritiro dopo il dibattito di fine giugno, ma non è stato così. Ora, però, dopo lo scampato attentato a Trump, sia il partito che gli elettori (due su tre secondo gli ultimi sondaggi) ne chiedono un passo indietro e credo che queste richieste siano impossibili da ignorare”.
Molti indicano Kamala Harris come sua possibile sostituta nella corsa alla Casa Bianca. Sarebbe in grado di vincere, considerando che da vice non ha ottenuto il consenso sperato?
“Kamala Harris fino a prima del dibattito era anche più impopolare di Biden. La sua vicepresidenza è stata appannata e di poco peso. Tuttavia, secondo i sondaggi realizzati dopo l’attentato a Trump, sembrerebbe un po’ più forte di Biden negli stati in bilico, ma è comunque data perdente contro l’ex presidente”.
Chi potrebbe essere secondo lei un’altra alternativa a Biden?
“Gli analisti e i media americani hanno stilato già da qualche tempo una lista di possibili successori: il governatore della California Newson, la governatrice del Michigan Whitmer, il governatore della Pennsylvania Shapiro e quello del Maryland Moore, che molti indicano come il nuovo Obama”.
Quanto l’attentato a Trump potrebbe influire sul risultato delle elezioni?
“Molto, se le cose rimarranno così come sono in campo democratico. La fragilità di Biden giustapposta alla forza di Trump che si rialza dopo essere stato colpito (se pur di struscio) è un paragone impietoso per i democratici. Il partito ha bisogno di reagire e di cambiare tentando il tutto per tutto a novembre. Inoltre la simpatia raccolta da Trump per l’attentato tra qualche mese sarà in parte ridimensionata”.
Fonte : Fanpage