Mediaset tra NOVE e Rai, cosa succede alla tv generalista con un canale in più sul telecomando

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Di fatto, nella stagione 2024/2025 si imporrà ancor di più un numero sul telecomando: il NOVE. Vediamo cosa succederà con un canale in aggiunta, che di fatto rappresenta una maggiore concorrenza, e quali sono i paracadute che, palinsesti alla mano, Mediaset e Cairo con La7 pensano di aprire.

In relazione al ruolo di Warner Bros. Discovery in questo scenario generalista arricchito di un nuovo canale di riferimento, in posizione diagonale con la rete ammiraglia Rai e Canale 5 del Biscione, Pier Silvio Berlusconi ha risposto a Fanpage.it: “È chiaro che il quadro competitivo con Nove si complichi ancora di più, dovremo stare attenti a lavorare anche tenendo conto di questo“. Stare attenti, certo, ma come? Di fatto, l’access e il prime di time di Amadeus potrebbero generare più di un problema, visto che la sfida tra Affari Tuoi e Striscia è stata puntualmente vinta dall’amatissimo gioco dei pacchi. A dirla tutta, per la differenza di ascolto di alcune sere sarebbero serviti dei sali, ma il Dottore lo aveva a disposizione solo Amadeus.

Sui piani di Antonio Ricci, comprensibilmente intoccabile nei palinsesti Mediaset vista la veneranda attività trentennale, l’Ad non ha potuto fare altro che confermarne con forza la presenza e ribadire che, di fronte la complessità della sfida con il nono canale, non possono fare altro che mettersi a lavoro e cercare di cacciare qualche coniglio dal cilindro per tentare il sorpasso.

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Non abbiamo particolari timori, perché la massa critica di prodotto e contatti, soprattutto commerciale, che sta nelle nostre mani, secondo noi ci porterà a resistere molto bene. Una nuova rete che parte in Italia e prende solo volti già noti e format che fanno già parte delle nostre abitudini. Hanno fatto le scelte più furbe“, ha aggiunto Pier Silvio Berlusconi, riferendosi all’integrazione in scuderia di nomi come Fabio Fazio, con tutta la squadra di Che tempo che fa, e di Amadeus per, appunto, le fasce access e prime time. Una tv che guarda indietro, invece di scommettere su volti nuovi per il futuro. Questo il commento che era venuto fuori da un altro incontro con la stampa dello scorso 6 giugno, sul quale si è voluti ritornare:

Non era una critica, quando ho detto che Discovery guarda indietro, non lo dicevo in senso negativo, riflettevo solo sull’investimento di una multinazionale americana esperta di produzioni che punta su un prodotto storico della Tv italiana e questo è molto indicativo del fatto che la Tv è molto legata all’abitudine.

La tv quindi è conservativa, legata alle abitudini degli italiani, tende a tenere l’asticella ad un’altezza che non presupponga il fiatone. Mediaset e Discovery sembrano stare giocando la stessa partita, la Rai meno. La tv di Stato vive una difficoltà non solo internamente (su tutti, il nodo Bortone e la frizione con Ranucci), anche con il pubblico a casa, che rischia un devastante effetto smarrimento. Corre ai ripari, scommettendo su volti giovani come Stefano De Martino (destinato a prendere il posto di Amadeus) o rinforzando l’intrattenimento con il contributo di nomi come Alessia Marcuzzi e Geppi Cucciari. Ma aspettiamo la presentazione dei palinsesti del 19 giugno per definire questi contorni ancora un po’ fumosi.

La7 intanto ha imbarcato Flavio Insinna, messo laterale dalla presenza di Pino Insegno, fortemente voluto nella TeleMeloni, perso Massimo Giletti, pronto per tornare a Viale Mazzini, e cristallizzato il resto.

Un valzer delle poltrone che per alcuni sembra più un eccitante tango e per altri un metodico ballo di gruppo. Il 19 giugno sarà la volta dei palinsesti Rai e bisognerà aspettare addirittura metà settembre per chiudere il cerchio con i palinsesti Discovery, in attesa che ad Amadeus scada il suo contratto ad agosto. C’è fermento, le temperature salgono e il caldo non aiuta.

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Casertana di origine, napoletana di adozione. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università L’Orientale di Napoli, lavora a Fanpage.it dal 2010, anno in cui il giornale è nato. Caposervizio dell’area spettacolo.

Fonte : Fanpage