Guerra Israele – Hamas, 57 morti in 5 raid Idf sulla Striscia di Gaza

 “Nella Striscia di Gaza la popolazione è allo  stremo: alla distruzione causata da nove mesi di conflitto, si aggiunge  una grave crisi alimentare e idrica. La mancanza quasi totale di acqua  potabile sta generando un’emergenza igienica e sanitaria senza  precedenti. Le persone sono costrette a bere acqua contaminata, con  gravi danni per la propria salute. I rifiuti e le acque reflue si  accumulano ovunque creando un ambiente insopportabile e favorendo la  diffusione di malattie. A questo si aggiunge la difficoltà di trovare  cibo, le scorte di beni essenziali si sono dimezzate e i prezzi sono  alle stelle. Molte famiglie passano intere giornate senza mangiare”. A  lanciare l’allarme è Fondazione Cesvi, presente sul campo con un team  emergenza che sta lavorando da mesi per offrire sostegno alla  popolazione.         “Stiamo proseguendo le nostre distribuzioni  consegnando acqua potabile nelle zone centrali della Striscia,  l’obiettivo è raggiungere oltre 1.200 famiglie” ha dichiarato Roberto  Vignola, Vicedirettore Generale Cesvi. Almeno il 50% dei pozzi e  impianti di desalinizzazione sono stati bloccati o distrutti e la  carenza di carburante ha un impatto catastrofico sull’approvvigionamento  idrico. La metà dei pozzi ancora funzionanti ha smesso di pompare  acqua, mentre due impianti di desalinizzazione nel centro e nel sud di  Gaza hanno cessato le operazioni il 30 giugno. Inoltre, la conduttura  idrica di Al Muntar a Gaza City, una delle tre condutture provenienti da  Israele, è stata chiusa a causa dei danni subiti. Questo ha ridotto la  disponibilità di acqua potabile a una media di 2,5 litri al giorno per  persona, rispetto ai 15 litri indicati dall’Oms come standard minimo per  la sopravvivenza. In questo contesto, inoltre, circa il 96% della  popolazione (2,15 milioni di persone) soffre di insicurezza alimentare  acuta; di questi, oltre 495 mila sono in condizioni di insicurezza  alimentare catastrofica[4]. A incorrere nei rischi maggiori sono donne  incinte e bambini: 346mila bambini sotto i 5 anni e 557mila donne  soffrono di alti livelli di insicurezza alimentare[5] e hanno bisogno  urgente di cibo o di integratori.

Fonte : Sky Tg24