“Non credevo che avrei perso”.
Lee Sedol, ex campione del mondo di Go, il primo a essere battuto da una macchina, otto anni dopo è ancora sorpreso.
Nel 2016, dopo essere stato sconfitto per 4 partite a 1 da un sistema di intelligenza artificiale creato da Google DeepMind, Lee Sedol aveva pronunciato parole identiche: “Sono sorpreso, non avrei mai immaginato di perdere. Non pensavo che AlphaGo potesse giocare così bene”.
AlphaGo, un’intelligenza artificiale che ha imparato a giocare a Go studiando 30 milioni di mosse degli esseri umani, e poi sfidando se stessa innumerevoli volte, era riuscita nell’impresa – ritenuta impossibile – di apprendere in modo automatico come padroneggiare il gioco da tavola più complesso del mondo, noto per la sua profondità strategica e per l’intuizione richiesta.
Prima di giocare contro AlphaGo, Lee Sedol era convinto di vincere 5-0 o 4-1, sostenendo che la sola potenza di calcolo non bastasse per vincere a Go.
La vittoria richiede “una intuizione tipicamente umana”, aveva detto Sedol accettando la sfida di Google che prevedeva, in caso di vittoria, un premio di un milione di dollari.
La sconfitta di un genio battuto da una macchina
Lee Sedol, soprannominato “pietra forte”, bambino prodigio del Go divenuto professionista a 13 anni e poi maestro di 9° dan – il livello di esperienza massima prevista da questo gioco – ha perso, invece.
“Non mi ha sorpresa affatto” ha detto all’epoca Fei-Fei Li, informatica di Stanford ed esperta tra le più autorevoli al mondo nel campo dell’intelligenza artificiale. “Perché – ha aggiunto – non ci stupiamo che un’auto corra più veloce dell’essere umano più veloce?”.
Non era la prima volta, in fondo, che un campione dello spessore di Sedol veniva battuto da una macchina.
Nel 1997 Garry Kasparov, il più forte giocatore di scacchi del mondo, è stato sconfitto da un computer chiamato Deep Blue e programmato da IBM.
Ma l’impresa di AlphaGo viene considerata superiore. In questo gioco millenario – è stato creato almeno 2.500 anni fa – popolare soprattutto in Cina, Giappone e Corea del Sud, il paese dove Lee Sedol è nato e cresciuto, prevede un numero di posizioni possibili equivalente – si dice – agli atomi presenti nell’Universo.
Una carriera finita a causa di AlphaGo
Calcolare quale mossa abbia più possibilità di condurre alla vittoria può essere arduo persino per un computer.
“Se qualcuno riuscisse in qualche modo a comprendere pienamente il Go – ha detto in passato Lee Sedol – e con ciò non intendo solo le posizioni delle pietre e come l’una si relaziona all’altra, ma gli schemi nascosti, quasi impercettibili, sottostanti alle sue formazioni in continuo mutamento, credo che sarebbe come scrutare nella mente di Dio”.
Lee Sedol oggi ha 41 anni. Si è ritirato tre anni fa. Ma la sua carriera è finita, in realtà, nel momento in cui si è dovuto arrendere ad AlphaGo.
“Quando ho perso contro l’IA ho capito che, in un certo senso, il mio mondo stava collassando” ha detto Lee Sedol recentemente al New York Times.
“Il punto di forza di Sedol era la sua capacità di concepire mosse temerarie, quasi impensabili, che agli occhi degli altri sembravano caotiche, precipitose, mal calcolate, addirittura folli, ma che poi col procedere della partita, rivelavano a poco a poco la loro peculiare logica” ha scritto Benajmin Labatut nella parte conclusiva di “Maniac”, il libro dedicato al genio di John Von Neumann pubblicato in Italia da Adelphi, descrivendo “un talento che Sedol aveva sviluppato dedicandosi a “leggere” la tavola vuota, scrutando il futuro per vedere il diramarsi di tutte le possibilità derivanti dalle posizioni più semplici”.
Una macchina che impara al volo mosse studiate per anni
Ma che succede quando una macchina riesce a “vedere” quelle stesse mosse a cui un essere umano giunge grazie alla sua esperienza e alla sua intuizione?
Due cose, essenzialmente.
La prima è che la macchina può imitare uno stile di gioco e addirittura superarlo. E migliorare la strategia di Sedol non era affatto facile.
“Era il rischio a definire il suo modo di giocare – scrive ancora Labatut in “Maniac” – Mentre la maggior parte dei giocatori professionisti lo evita e rifugge dagli scontri complicati e caotici, Lee li cercava fin dal principio, e si trovava a suo agio in condizioni azzardate da cui solo lui sembrava trarne vantaggio, motivo per cui dava battaglia senza alcuna cautela, costringendo gli avversari a giocarsi il tutto per tutto in situazioni da cui sarebbe dovuto essere lui a uscire sbaragliato, ma dalle quali invece riusciva a districarsi con agilità e disinvoltura”.
La seconda cosa che accade, quando una macchina eguaglia e supera una persona, in un gioco così complicato, è che ci si rende conto di quanto valga un’intuizione umana.
“In una situazione in cui esistono delle regole e bisogna rispettarle, contro una macchina non abbiamo alcuna possibilità” scriveva nel 1997 un professore di fisica del City College di New York, Daniel Greenberger, dopo aver visto Dee Blue sconfiggere Kasparov.
“Ciò che è sorprendente è che la macchina deve essere in grado di vedere più di 10 mosse in avanti e analizzare milioni di mosse al secondo per pareggiare l’intuizione (basata su una lunga esperienza) di una persona fallibile che può analizzare forse uno o due mosse al secondo. Questa è una misura del valore dell’intuizione umana anche quando si tratta di un compito mentale essenzialmente banale e ci dice quanto sia difficile per una macchina comportarsi in modo soddisfacente in una situazione del genere”.
Il ragionamento di Greenberger è tuttora valido, anche se la smisurata potenza di calcolo odierna rende il compito di una macchina meno difficoltoso di quanto fosse 27 anni fa.
Quanto vale un’ituizione umana, oggi
Oggi, forse, un’intuizione umana vale di meno.
“Parliamo spesso di scegliere un lavoro che non sarà facilmente sostituibile dall’IA, o che sarà meno influenzato da questa tecnologia – ha detto Sedol al Nyt – ma è solo una questione di tempo prima che l’intelligenza artificiale sia presente ovunque”.
Da quando è stato battuto da AlphaGo, Lee Sedol cerca di evitare che altre persone vengano colte di sorpresa dai progressi dell’intelligenza artificiale.
Sedol oggi tiene lezioni e seminari sull’intelligenza artificiale e su come questa tecnologia sta avendo un impatto profondo sulla società e sui suoi valori.
Il campione di Go è preoccupato, in modo particolare, da come l’intelligenza artificiale sta influendo sulla creatività degli esseri umani.
“Ho affrontato i rischi legati all’IA molto presto, ma succederà anche agli altri – ha detto recentemente Lee Sedol -. Potrebbe non esserci un lieto fine”.
Fonte : Repubblica