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Il 24enne Muhammed Bhar, con sindrome di Down e autistico, è stato ucciso da un cane dell’esercito israeliano a Gaza. Il ragazzo è stato abbandonato in una stanza della casa dai militari ed è stato ritrovato dai familiari solo una settimana dopo. “Mentre il cane lo azzannava, lui cercava di accarezzarlo”
Muhammed Bhar
Aveva 24 anni Muhammed Bhar, il giovane palestinese con sindrome di Down e autismo azzannato dai cani dell’esercito israeliano a Shejaiya, ad est di Gaza City. Il giovane è stato trovato morto dalla sua famiglia una settimana dopo l’irruzione dei soldati in casa. La sua storia è stata raccontata dalla BBC in un lungo articolo nel quale sono riportate anche le parole della madre Nabila. Il 24enne non riusciva a mangiare, bere o cambiarsi da solo e con l’inizio della guerra, la sua salute era ulteriormente peggiorata.
Per questo motivo la madre e i familiari avevano deciso di chiudersi in casa nel tentativo di proteggere Muhammed dalle bombe e dal rumore dei raid. “Per mangiare, bere o cambiarsi aveva bisogno del nostro aiuto – ha raccontato la mamma alla Bbc -. Non riusciva a fare niente da solo, aveva il grado di indipendenza di un bambino di un anno”. Dal 27 giugno, l’aumento dei bombardamenti aveva ulteriormente peggiorato la situazione. Prima dell’attacco dell’Idf, la famiglia del 24enne aveva deciso di non lasciare la casa di Shejaiya dopo aver ricevuto l’ennesimo l’ordine di evacuazione perché stanca per le continue fughe imposte dall’esercito.
“Prima siamo andati a Jibreel, poi a Haydar Square, poi a Rimal e a Shawa Square – ha spiegato Nabila, mamma del 24enne -. In totale siamo stati evacuati circa 15 volte”. Alla fine, anche per proteggere Muhammed dai continui spostamenti, la famiglia aveva deciso di restare nella sua casa di Shejaiya, nascondendosi di volta in volta nelle stanze più sicure.
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Muhammed Bhar
“Siamo stati sotto assedio per giorni – ha raccontato la donna – e spesso ci rifugiavamo in bagno. Cercavamo di rassicurare Muhammed, poi i soldati sono entrati in casa nostra”. Quando l’esercito ha fatto irruzione nell’abitazione con un cane al guinzaglio il 3 luglio scorso, i militari hanno aizzato l’animale contro il 24enne, la prima persona che si sono trovati davanti. Muhammed, infatti, non aveva voluto spostarsi dalla sua poltrona, l’unico posto dove riusciva a sentirsi tranquillo durante i bombardamenti.
Il cane lo ha azzannato prima al petto e poi a una mano. In quel momento, Muhammed non ha parlato, ha solo chiesto a bassa voce all’animale di lasciarlo andare. “Ho chiesto all’esercito di fare qualcosa perché era disabile – ha continuato Nabila -. Mi hanno impedito di proteggerlo. Mentre il cane lo attaccava, lui cercava di accarezzargli la testa”.
Il 24enne palestinese lasciato a morire in casa dall’esercito israeliano
Prima di essere spostato in un’altra stanza completamente da solo, il ragazzo stava chiedendo al cane di non morderlo più. “Adesso basta tesoro – diceva -. Basta”. Il cane però avrebbe continuato ad azzannarlo sotto gli occhi dei militari che non sono intervenuti.
“Hanno detto che lo avrebbero curato, che lo stavano spostando in un’altra stanza per permettere a un medico di visitarlo. Non ci hanno permesso di andare a vedere come stava, continuavano a ripetere che stava bene. A un certo punto ci hanno cacciati senza permetterci di portarlo con noi”. Due dei fratelli di Muhammed sono stati arrestati mentre cercavano di entrare nella stanza per far uscire il 24enne. I due non sono ancora stati rilasciati.
Una settimana dopo aver dovuto lasciare l’abitazione, Nabila e alcuni dei suoi figli sono rientrati e si sono fiondati nella stanza dove Muhammed era stato chiuso. Qui hanno trovato il suo corpo dilaniato in decomposizione. “Lo hanno lasciato senza punti di sutura e cure – ha spiegato la madre del 24enne -. Pensavamo lo avessero portato via, invece lo avevano lasciato lì a morire”.
Il suo corpo è stato sepolto in un vicolo tra la casa della sua famiglia e quella dei vicini di casa perché era troppo rischioso portarlo al cimitero. Per Muhammed, nessuna autopsia o certificato di morte. “A me rimane solo l’immagine della sua mano che sanguina – ha ricordato la madre del 24enne ucciso -. Non la dimenticherò mai. Il cane gli ha strappato la mano e lui non ha emesso un lamento. Non siamo riusciti a salvarlo, né da loro né dal cane”.
Fonte : Fanpage