L’aumento dello stipendio netto ad agosto per alcuni lavoratori dipendenti

Ci siamo quasi. L’Inps ha reso noto il calendario dei pagamenti relativi al cosiddetto “bonus Maroni”, l’incentivo destinato ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che decidono di continuare a lavorare nonostante il raggiungimento dei requisiti necessari per accedere alla pensione con quota 103 (cioè se maturano 62 anni e 41 anni di contributi tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2024). In termini pratici, l’agevolazione consiste in un esonero contributivo pari al 9,19% e, di conseguenza, si traduce in un aumento dello stipendio netto.

L’istituto nazionale di previdenza sociale ha precisato che l’agevolazione non assume la natura di incentivo all’assunzione: significa che non è soggetta all’applicazione dei princìpi generali in materia di incentivi all’occupazione, e non è subordinata al possesso del documento unico di regolarità contributiva da parte del datore di lavoro. La domanda va presentata presso il portale dedicato sul sito dell’Inps, oppure attraverso i patronati che poi comunicheranno i dati all’istituto. Ma andiamo con ordine: ecco tutto quello che c’è sapere, nel dettaglio.

Il cosiddetto “bonus Maroni” è stato introdotto con la legge di bilancio 2023 ed è stato rinnovato con l’ultima finanziaria. È un incentivo per tutti coloro che decidono di continuare a lavorare malgrado il raggiungimento dei requisiti per accedere a quota 103. Spetta quindi in concreto a tutti i contribuenti che scelgono di proseguire con la loro attività lavorativa fino al raggiungimento del trattamento di vecchiaia ordinario, vale a dire 67 anni di età e almeno 20 di contributi versati, pur avendo i requisiti richiesti per quota 103. L’esonero contributivo previsto è pari al 9,19%: nello specifico, si tratta dell’aliquota massima del contributo Ivs, “invalidità, vecchiaia e superstiti”. La busta paga dei lavoratori, pertanto, sarà un po’ più ricca. Secondo il calendario diramato dall’Inps, il pagamento è previsto nei prossimi giorni.

I requisiti per il bonus Maroni

Ci sono alcuni requisiti da rispettare. Per poter accedere al bonus in questione è necessario essere lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato. Bisogna essere iscritti, alla data di esercizio della facoltà di rinuncia, all’assicurazione generale obbligatoria “o alle forme sostitutive ed esclusive della medesima”. È necessario inoltre maturare i requisiti per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile nel 2024 e scegliere di proseguire l’attività lavorativa dipendente. Non bisogna, poi, essere titolari di pensione diretta, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità, a carico, anche pro quota.

Non si deve perfezionare il requisito anagrafico per il diritto alla pensione di vecchiaia nel caso di contribuzione accreditata in due o più gestioni previdenziali, o dell’età anagrafica inferiore richiesta per la pensione di vecchiaia ai sensi di disposizioni di legge più favorevoli, nelle ipotesi in cui sia presente contribuzione in un’unica gestione. Infine, spiega l’Inps, si deve avere “la facoltà di rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi previdenziali a carico relativi all’assicurazione generale per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (Ivs) o a forme sostitutive ed esclusive della medesima”.

Gli aumenti in busta paga

Il beneficio genera un vantaggio sia al datore di lavoro che al dipendente: questo perché i contributi non vengono più pagati e quelle somme possono entrare nelle tasche dei lavoratori, o meglio in busta paga come incentivi, mentre il datore di lavoro ha una riduzione del costo del lavoro. Per fare un esempio, con un sistema a incentivo al 10%, coloro che ricevono uno stipendio di 1.600 euro otterranno mensilmente un aumento di 160 euro in busta paga. Se lo stipendio fosse di 1.800 euro, l’aumento mensile relativo al sistema di incentivo del 10% sarebbe di 180 euro mensili, e così via.

C’è una domanda da presentare

Come detto all’inizio, la richiesta per ottenere il bonus va presentata presso il portale dedicato sul sito dell’Inps, oppure attraverso i patronati che poi comunicheranno i dati all’istituto. Dopo la presentazione della domanda, il riconoscimento del bonus segue un determinato iter. L’Inps provvede a certificare al lavoratore, dandone comunicazione al datore di lavoro, il raggiungimento dei requisiti minimi pensionistici per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile entro 30 giorni dalla richiesta o dall’acquisizione della documentazione integrativa necessaria. Acquisita la certificazione, il datore di lavoro procede all’eventuale recupero, a conguaglio, delle contribuzioni pensionistiche eventualmente già versate.

Le date degli accrediti

E veniamo ai pagamenti. La prima data a cui fare riferimento per l’accredito è venerdì 2 agosto 2024, per i lavoratori dipendenti con datore di lavoro privato, qualora il trattamento pensionistico sia liquidato a carico della gestione esclusiva dell’Ago (assicurazione generale obbligatoria). A seguire c’è il 1° settembre 2024, per i lavoratori dipendenti di un datore di lavoro privato, qualora il trattamento pensionistico sia liquidato a carico di una gestione diversa da quella esclusiva dell’Ago. Poi il 2 ottobre 2024, per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, se il trattamento pensionistico è liquidato a carico della gestione esclusiva dell’Ago. Da ultimo va segnalato il 1° novembre 2024, per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, se il trattamento pensionistico è liquidato a carico di una gestione diversa da quella esclusiva dell’assicurazione generale obbligatoria.
 

Fonte : Today