Safari, una nuova campagna sulla sicurezza per il browser di Apple

Non tutti i browser per navigare sul web sono uguali. Apple ha lanciato una nuova campagna dedicata alla sicurezza sul web che punta a spiegare come Safari, il browser di Cupertino preinstallato su iPhone, iPad e Mac, sia più sicuro e più affidabile di altri concorrenti quando si tratta di proteggere la privacy degli utenti ed evitare il loro tracciamento. E lo fa con un nuovo video dal titolo “Lo Stormo”.

Perché Safari è un browser affidabile

Apple ha voluto realizzare la nuova campagna per spiegare agli utenti alcuni casi molto specifici (e pericolosi) che possono capitare quando si naviga sul web e si è focalizzata in particolare sul tracciamento. Capita sempre più spesso, infatti, che le data company traccino gli utenti sui siti web che visitano, raccolgano dati sulla posizione senza consenso, che la privacy venga violata dalle estensioni di terze parti e anche che la modalità privata non sia poi così privata. Safari – spiegano da Apple – impedisce il tracciamento cross-site, aiuta a proteggere i dati sulla posizione dell’utente, ha estensioni web che tutelano la privacy e una modalità di navigazione privata all’avanguardia con protezioni realmente efficaci.

Il blocco del tracciamento e dei dati sulla posizione

Nel 2005 Safari, spiegano da Cupertino, è stato il primo browser a cominciare a bloccare i cookie di terze parti e nel 2019 è stato il primo browser a bloccarli tutti: si tratta di quei servizi nascosti all’interno di alcune pagine web che seguono il comportamento dell’utente e permettono quindi di profilarlo a scopo pubblicitario. Apple ha creato una sorta di anti-tracciamento intelligente, usando l’apprendimento automatico per “imparare” quali domini vengono usati per tracciare le persone online e, di conseguenza, isolandoli. Si tratta di un’impostazione predefinita già attiva quando si usa Safari che permette anche di nascondere l’indirizzo IP ai tracker in modo tale che non seguano l’utente da un sito all’altro. Ancora, spiegano da Apple che Safari aiuta a proteggere i dati sulla posizione: si è scoperto che alcuni siti cercano di raccogliere questi dati quando si naviga sul web per poi profilare ancora meglio gli utenti (dove abitano, dove lavorano, dove vanno in vacanza) e rivenderli o utilizzarli senza consenso: per questo quando si usa Safari i dati sulla posizione non vengono condivisi con i motori di ricerca e – quando abilitare la posizione è necessario – l’utente può scegliere di condividerla solo per un giorno, in modo tale da limitare il tempo per cui un determinato sito web può utilizzarla.

Le estensioni web e la navigazione privata

Le estensioni sono dei software aggiuntivi che si possono installare all’interno del browser e che permettono di aggiungere funzionalità extra. Queste estensioni possono in molti casi avere ampio accesso a ciò che accade nel browser, persino a cosa si digita. Ecco perché Apple ha scelto di mettere in campo delle protezioni aggiuntive, spiegando – prima di abilitare un’estensione – a quali informazioni potrà accedere, e si può anche scegliere di autorizzare l’accesso limitandolo a un solo giorno o a siti specifici. Infine, il tema della navigazione privata, che quando attivata non salva la cronologia di navigazione. La modalità con cui lavora Safari non salva neanche le ricerche fatte e le informazioni di riempimento automatico, e in più quando si lascia il telefono o il computer durante una navigazione privata le finestre vengono bloccate e possono essere riaperte soltanto dopo una nuova autenticazione con password, Face ID o Touch ID; infine, sempre parlando di navigazione privata, Safari integra delle protezioni definite “più aggressive” contro i tracker e contro il tracciamento dei link.

Fonte : Sky Tg24