Fornivano droga, in particolare oppio, ai braccianti impiegati sui campi per alleviare la fatica e permettergli di portare a termine i turni massacranti cui erano costretti. Sono finite in manette in un nuovo blitz anti-caporalato della guardia di finanza 5 persone, quattro cittadini indiani e un 50enne italiano, dipendente del comune di Ardea (provincia di Roma) dove si occupava del rilascio dei certificati di residenza. Tre di loro sono finiti in carcere e due ai domiciliari, accusati a vario titolo di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione e traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. 90 in tutto i chili di bulbi di papavero da oppio sequestrati.
Permessi di soggiorno a pagamento: 25 indagati
Secondo quanto emerso dalle indagini, il sodalizio criminale con ramificazioni nelle zone di Ardea, Anzio e Nettuno, a partire dal periodo pre-Covid avrebbe fatto ottenere più di 500 permessi di soggiorno temporanei per motivi di lavoro tramite documenti falsi, con la complicità del dipendente pubblico e dietro il pagamento di denaro da parte dei migranti extracomunitari, che sono quindi stati regolarizzati illegalmente su tutto il territorio nazionale.
Aziende finte e migranti fatti arrivare con un click: ecco l’agenzia di reclutamento dei caporali
Le tariffe del servizio oscillavano dai 300 ai 5 mila euro, a seconda della tipologia di domanda da avanzare agli uffici pubblici. Per tali reati sono in tutto 25 gli indagati nell’inchiesta coordinata dalla procura di Velletri che potrebbe avere ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.
Fonte : Today