J.D. Vance, chi è il candidato alla vicepresidenza di Trump

Dopo l’elezione di Trump nel 2016 tuttavia Vance si è progressivamente allineato all’ex presidente. In un’intervista concessa a Time nel 2021, il senatore dell’Ohio ha spiegato la sua inversione di rotta, sottolineando di aver “capito i temi di Trump fin dall’inizio. Ma pensavo che non fosse serio e che non sarebbe stato in grado di fare progressi sulle questioni che mi stavano a cuore“.

Durante la campagna elettorale che l’ha portato al Senato nel 2022, Vance ha incontrato Trump che in seguito lo ha appoggiato: “Come altri, in passato J.D. Vance può aver detto cose non molto carine su di me, ma ora ha capito“, aveva scritto l’ex presidente in un comunicato. Vance ha poi dichiarato che non avrebbe votato a favore della certificazione dei risultati delle elezioni del 2020.

I legami con il mondo tech

Come detto, Vance non è estraneo al mondo della tecnologia, del venture capital e della Silicon Valley. Nel 2020 ha avviato un fondo di venture capital con sede in Ohio, Narya Capital, che ha ricevuto investimenti da Peter Thiel, Marc Andreessen, Eric Schmidt e Scott Dorsey. In passato ha anche lavorato per il fondo Mithril Capital di Thiel, che ha finanziato la sua corsa al Senato del 2022. A giugno poi Vance ha partecipato a una cena di raccolta fondi per Trump organizzata dall’investitore tech David Sacks.

Vance è inoltre uno degli investitori di Rumble, un’alternativa a YouTube particolarmente apprezzata dalla destra americana per l’assenza di moderazione dei contenuti. Il sito web della società descrive la piattaforma come “immune dalla cancel culture” e riportava di avere 67 milioni utenti attivi mensili alla fine del 2023. Il sito ha ospitato propaganda russa ed è al centro di un’indagine da parte della Securities and exchange commission (Sec).

Durante la sua campagna elettorale per il Senato, Vance ha sostenuto l’abrogazione della Section 230, la legge che scherma le piattaforme dalla responsabilità legale per i contenuti pubblicati dagli utenti. Il neo-candidato vicepresidente si è detto però favorevole alla cancellazione della norma solo per i grandi servizi, affermando che le realtà più piccole (come per esempio Rumble) dovrebbero continuare a essere tutelate. “Gli elettori vogliono davvero che facciamo qualcosa per l’industria tecnologica“, aveva dichiarato nell’intervista a Time nel 2022.

Vance è stato scelto da Trump superando un gruppetto di altri papabili, che comprendeva il governatore del Nord Dakota Doug Burgum, il senatore della Florida Marco Rubio, il senatore della Carolina del Sud Tim Scott, la deputata di New York Elise Stefanik, l’ex conduttore di Fox News Tucker Carlson, la governatrice del Sud Dakota Kristi Noem e l’ex candidato alle presidenziali Vivek Ramaswamy.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.

Fonte : Wired