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Secondo un nuovo studio un trattamento per rimuovere il cancro alla cervice uterina (tumore cervicale) senza radioterapia sviluppato da un medico tedesco risulta più efficace della procedura standard. In base ai risultati riduce il rischio di recidiva del 9,4 percento e di morte del 58 percento.
Un metodo sviluppato all’inizio del nuovo millennio per trattare il tumore cervicale (cancro alla cervice uterina o al collo dell’utero) risulta più efficace della procedura standard, riducendo il rischio di recidiva del 9,4 percento e di morire per la malattia del 58 percento. Inoltre, la tecnica chiamata resezione mesometriale totale (TMMR) con dissezione linfonodale terapeutica (tLND) messa a punto professor Michael Höckel dell’Università di Lipsia non richiede radioterapia, a differenza del 50 percento circa dei casi trattati con la procedura tradizionale. Quest’ultima prevede l’isterectomia radicale e la linfoadenectomia pelvica nelle fasi iniziali secondo le linee guida dell’International Federation of Gynecology and Obstetrics. In parole semplici, la procedura “alternativa” fornisce risultati oncologici migliori rispetto al trattamento standard, evitando al contempo gli effetti collaterali legati alla radioterapia. È quanto emerso da una nuova indagine – uno studio di osservazione – che ha messo a confronto gli esiti clinici dei due differenti trattamenti.
A condurre lo studio è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati svedesi dell’Ospedale Universitario Karolinska di Stoccolma, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di salute delle donne e dei bambini del Karolinska Institutet e del Dipartimento di Ginecologia dell’Ospedale Universitario e della Scuola di Chirurgia Pelvica Radicale dell’Università di Lipsia (tra i quali lo stesso professor Höckel). I ricercatori, coordinati dal professor Henrik Falconer, medico e docente presso il Dipartimento di cancro pelvico del nosocomio svedese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto i casi di circa mille donne trattate con resezione mesometriale totale (TMMR) o procedura standard tra il 2011 e il 2020. Le donne sottoposte alla procedura standard erano la maggior parte (733) e i loro dati provenivano tutti da registri svedesi, mentre le 274 partecipanti sottoposte alla procedura del professor Höckel facevano parte del Leipzig Mesometrial Resection (MMR) Study Database.
Incrociando i dati sugli esiti clinici, come indicato sono emersi migliori risultati oncologici per le pazienti trattate con TMMR. Nello specifico, è stata osservata una superiore sopravvivenza libera da recidiva (82,6 percento contro 77,9 percento), in particolar modo per il trattamento allo stadio iniziale della malattia (91,2 percento contro 81,8 percento). Inoltre è stata osservata una riduzione del rischio assoluto di recidiva (entro cinque anni) del 9,4 percento in favore delle pazienti trattate con TMMR. Un dato particolarmente interessante è quello relativo al rischio di morte per cancro durante il periodo di studio, inferiore del 58 percento nelle donne trattate con la procedura del professor Höckel. Essa prevede la rimozione di parti di tessuto a elevato rischio di cancro che “spesso vengono lasciate indietro durante la chirurgia convenzionale”, come spiegato dagli autori della nuova indagine in un comunicato stampa.
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“I risultati confermano che il nostro team di Lipsia è sulla strada giusta con la chirurgia oncologica. I dati ora disponibili contribuiranno ulteriormente alla diffusione nazionale e internazionale del principio e della pratica della chirurgia oncologica sviluppata a Lipsia e cureranno più pazienti con carcinoma cervicale, ma anche con altri tumori ginecologici”, ha dichiarato il professor Bahriye Aktas, coautore dello studio. È doveroso sottolineare che si è trattato di uno studio di osservazione e saranno necessarie indagini più approfondite per determinare le effettive differenze tra i risultati clinici delle due procedure, inoltre i benefici sono stati osservati con la malattia allo stadio iniziale ma non con quello avanzato.
Come spiegato dalla Fondazione Veronesi, ogni anno in Italia ci sono circa 2.400 nuove diagnosi del cancro alla cervice uterina con 500 decessi. Nella maggior parte dei casi la malattia è provocata dall’infezione da papilloma virus umano (HPV), che può essere prevenuta grazie alla vaccinazione estremamente efficace. Essa è in grado di abbattere anche il rischio di tumore del pene, come spiegato a Fanpage.it dall’urologo e andrologo Nicolo Macchione. I dettagli della ricerca “Oncologic outcomes after Total Mesometrial Resection (TMMR) or treatment according to current international guidelines in FIGO (2009) stages IB1-IIB cervical cancer: an observational cohort study” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica eClinicalMedicine del circuito The Lancet.
Fonte : Fanpage