La Grecia ha finito l’acqua (ma non per le piscine e i campi da golf)

L’ultimo bollettino meteo mette in guardia da una nuova ondata di calore, che potrebbe portare nei prossimi giorni le temperature massime fino a 43 gradi. Ma già in queste ore nella Macedonia centrale, in Tessaglia e nel Peloponneso il termometro ha sfondato la soglia dei 40 gradi. La Grecia brucia, e non è un eufemismo: dopo gli incendi devastanti del mese scorso, la protezione civile ha invitato la popolazione alla massima allerta per il rischio di nuovi roghi. Epilogo quasi naturale di un anno che ha già fatto segnare l’inverno e il giugno più caldi da quando l’Osservatorio nazionale di Atene registra le temperature. Con il risultato che in diverse aree del Paese la carenza d’acqua ha raggiunto livelli record, costringendo le autorità locali a razionare le forniture per gli abitanti e l’agricoltura.

Prima i turisti

Nelle isole, i problemi atavici legati al cattivo stato degli impianti sono amplificati dall’invasione di turisti: qui la domanda di acqua durante l’estate “è talvolta cento volte superiore a quella invernale”, ha dichiarato all’agenzia stampa francese Afp Nikitas Mylopoulos, professore di gestione delle risorse idriche presso l’Università della Tessaglia. Alla fine di giugno, la protezione civile ha dichiarato Leros “in stato di emergenza” per un mese. Ma anche altre isole, come Sifnos nelle Cicladi, Chios nel nord dell’Egeo, Lefkada e Corfù nel Mar Ionio, sono minacciate dalla carenza d’acqua.

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A Leros, il sindaco ha puntato il dito contro i malfunzionamenti dell’impianto di desalinizzazione dovuti alla mancanza di “manutenzione in passato”. Ma altri primi cittadini hanno sottolineato come a pesare sullo stato delle risorse idriche delle loro isole siano stati altri fattori, come l’incremento delle costruzioni e l’uso incontrollato delle piscine da parte dei sempre più numerosi resort per turisti di alta gamma. In alcuni casi, l’acqua che sarebbe dovuta servire all’agricoltura locale è stata consumata per irrigare giardini e campi da golf, come ha denunciato la sindaca dell’isola di Sifnos, Maria Nadali. Mentre diversi agricoltori hanno dovuto fare affidamento a pozzi contaminati dall’acqua di mare.

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Del resto, secondo un recente studio dell’istituto Insete, il contributo totale del settore turistico all’economia del Paese nel 2023 (vale a dire sia i benefici diretti che quelli secondari) è stimato tra 62,8 miliardi e 75,6 miliardi di euro, corrispondenti tra il 28,5% e il 34,3% del Pil. Il contributo dell’agricoltura si ferma al 4%. Una strapotere che alcune isole stanno cercando di controbilanciare: a Karpathos e Serifos sono state imposte restrizioni sul riempimento delle piscine. A Viannos, a Creta, sono stati imposti limiti rigorosi all’uso dell’acqua per l’irrigazione. A Lipsi la costruzione di nuove piscine è stata vietata già ne 2023 per incoraggiare un approccio più sostenibile al turismo.

Anche Atene a secco

Ma non è solo il turismo di massa a provocare disagi alla popolazione (e agli stessi visitatori): dalle grandi pianure della Grecia continentale alla Macedonia, la siccità è diventata insostenibile. All’inizio di luglio, a 200 chilometri a ovest di Atene, il lago artificiale di Mornos, il principale bacino idrico dell’Attica, la regione che circonda la Capitale, ha registrato un calo delle riserve del 30% rispetto all’anno precedente, secondo i dati dell’agenzia pubblica regionale Eydap. Nello stesso periodo, le riserve complessive dell’Attica sono diminuite del 24%. L’Eydap, che ha posto la regione in stato di allerta gialla, sta esortando i suoi 3,7 milioni di abitanti (un terzo della popolazione greca) a tenere sotto controllo il consumo di acqua con appelli su media e social: “Se non riempite la vasca per fare il bagno, potete risparmiare fino a 150 litri d’acqua” e “Chiudete il rubinetto quando vi lavate i denti” sono tra gli spot che stanno bombardando i greci in questi giorni.

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L’Eydap ha anche annunciato un “piano speciale” che prevede investimenti per circa 750 milioni di euro. L’agenzia starebbe anche pianificando di sfruttare il lago Yliki, circa 85 chilometri a nord-ovest di Atene, come ulteriore fonte di emergenza accanto al bacino principale di Mornos. Ma tale progetto ha fatto storcere il naso a più di un esperto: “Si tratta di una soluzione che richiede molta energia, perché l’acqua deve essere pompata verso l’alto, mentre il torrente Mornos ha una pendenza naturale”, ha dichiarato Elissavet Feloni, idrologa presso l’Università tecnica nazionale di Atene, al quotidiano greco in lingua inglese The National Herald. Meglio sarebbe puntare su altre strade: “Per una migliore gestione delle risorse idriche, è necessario istituire un organismo centrale che sviluppi un approccio globale alle risorse in tutto il Paese”, sostiene Feloni. Soprattutto dopo anni in cui le manutenzioni, anche quelle ordinarie, sono rimaste al palo per via dell’austerity. Nell’isola settentrionale di Thassos, per esempio, si sta investendo in un impianto di desalinizzazione per rendere potabile l’acqua di mare. 

Fonte : Today