Perché Vannacci è un “problema” anche per la destra europea

Neanche il tempo di essere eletto che Roberto Vannacci sta portando scompiglio anche in Europa e sta creando una frizione tra la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement national di Jordan Bardella e Marine Le Pen. A creare imbarazzo ai francesi la scelta del generale come vicepresidente del nuovo gruppo dei Patrioti d’Europa, la formazione che riunisce la destra radicale al Parlamento europeo promossa dal premier ungherese Viktor Orban. La sua scelta “è un problema”, ha detto chiaramente Jean-Paul Garraud, capodelegazione del Rn nell’Assemblea comunitaria, un “problema” per risolvere il quale “cercheremo una soluzione”.

Evitare uno scandalo

Ma quale sarà la soluzione è ancora poco chiaro. Pretendere un suo passo indietro, nei primi giorni della legislatura creerebbe un caso che la Lega vorrebbero evitare. Presidente dei Patrioti all’Europarlamento sarà il francese Bardella mentre il generale, forte di oltre 530mila preferenze personali, è stato nominato vicepresidente la scorsa settimana in rappresentanza di quello che è il terzo partito del gruppo.

Inizialmente la cosa era passata quasi inosservata ai francesi, ma poi il “problema” ha iniziato a essere sollevato da più parti nel partito di Le Pen, che sta provando a mostrarsi come un’alternativa di governo credibile. Affermazioni come quelle del generale sugli omosessuali che “non sono normali” o quelle sulla pallavolista Paola Egonu i cui tratti somatici “non rappresentano l’italianità”, nella sempre più multietnica Francia sono fonte di imbarazzo anche per la destra.

I malumore dei francesi

Inizialmente era stato il deputato nazionale del Rn Jean-Philippe Tanguy, a dire chiaramente che i ‘lepenisti’ erano “contrari” alla nomina di Vanancci, che sarebbe stata il risultato di un annuncio “unilaterale” della Lega, chiedendo al partito di Salvini di presentare un’altra nomina. Oggi è stato il capodelegazione in Europa del Rassemblement National, Garraud, a ribadire che la sua scelta “è un problema, in relazione alle dichiarazioni fatte” in passato.

Ma il Carroccio sta facendo scudo attorno al generale. “Sono tranquillo” ha detto il diretto interessato entrando alla riunione di gruppo, riunione dalla quale però poi è uscito da una porta laterale per evitare le domande dei giornalisti. Domande che hanno poi evitato anche gli esponenti di gran parte degli altri partiti, nessuno dei quali ha voluto rispondere ai cronisti mostrando imbarazzo sul tema, e confermando che di fatto il problema c’è. Sarebbe bastato dire “lui è il nostro vicepresidente e tale rimarrà”, e la questione sarebbe stata chiusa. Invece nessuno lo ha voluto fare.

Si prende tempo

Solo gli spagnoli di Vox hanno minimizzato, mentre l’eurodeputata leghista Susanna Ceccardi al termine della riunione ha assicurato che per la Lega il vicepresidente resta lui. “Avevamo già deciso la volta scorsa. Tutti, all’unanimità”, ha osservato, spiegando che poi oggi “è stato approvato il verbale dell’altra volta”, quello in cui è stata avanzata la sua nomina, e “nessuno ha detto nulla”. Ma per il francese Garraud se non se n’è parlato oggi è stato solo perché “non c’è stato tempo”. “Ne dobbiamo ancora discutere”, ha garantito.

Fonte : Today