Donald Trump ha rotto il silenzio sulla scelta di chi lo affiancherà come vice presidente qualora riuscisse a tornare alla Casa Bianca. Il repubblicano formerà il ticket con James David Vance, senatore dell’Ohio nemmeno quarantenne, già venture capitalist e autore del bestseller “Elegia americana” (Hillbilly Elegy), che gli ha dato la fama di portavoce dei bianchi impoveriti del Midwest.
La nomina è stata ufficializzata alla convention repubblicana che si è tenuta a Milwaukee il 15 luglio, iniziata con un minuto di silenzio per la vittima dell’attentato a Donald Trump. Un nome che sa mobilitare la base, che può attrarre i voti della cruciale Rust Belt. Nell’atteso appuntamento è arrivata anche l’ufficializzazione della nomina dell’ex presidente come candidato repubblicano alla Casa Bianca, che dovrà sfidare il democratico Joe Biden il prossimo 5 novembre.
Chi è il vicepresidente scelto dai repubblicani
J.D. Vance è l’unico dei candidati scelti da Trump a vincere un seggio al Senato in Ohio nelle ultime elezioni di mid term. È un imprenditore di 39 anni, laureato a Yale e diventato famoso con il romanzo best seller “Elegia americana”, in cui racconta la famiglia e cultura degli Appalachi in crisi. Un tempo si definiva un never Trumper, cioè un oppositore repubblicano al tycoon, ma poi è diventato un entusiasta sostenitore dell’ex presidente ottenendone l’endorsement per la sua candidatura al Senato nel 2022.
Vance credeche potrebbe aiutare di più una nuova amministrazione Trump dal Senato, ma si è detto pronto “ad aiutarlo in qualunque modo”. Mentre Trump recentemente ha smentito una voce secondo la quale il tycoon avrebbe escluso una candidatura del Vance a causa della sua barba, data la nota avversione dell’ex presidente per barbe e baffi.
Sul social Truth, Trump ha spiegato il perché della sia scelta. “Dopo lunghe deliberazioni e riflessioni, e considerando gli straordinari talenti di molti altri, ho deciso che la persona più adatta ad assumere la carica di vicepresidente degli Stati Uniti è il senatore J.D. Vance del grande Stato dell’Ohio. J.D. ha servito con onore il nostro Paese nel Corpo dei Marines, si è laureato in due anni alla Ohio State University, summa cum laude, e si è laureato alla Yale Law School, dove è stato redattore dello Yale Law Journal e presidente della Yale Law Veterans Association”, ha scritto l’ex presidente.
“Il libro di J.D., ‘Hillbilly Elegy’, – prosegue – è diventato un grande bestseller e un film, poiché difendeva gli uomini e le donne laboriosi del nostro Paese. J.D. ha avuto una carriera imprenditoriale di grande successo nel campo della tecnologia e della finanza e ora, durante la campagna, si concentrerà fortemente sulle persone per cui ha combattuto così brillantemente, i lavoratori e gli agricoltori americani in Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Ohio, Minnesota e ben oltre…”
Non c’è partita per Burgum e Rubio
Oltre a quello di Vance, erano due i nomi su cui sono state fatte diverse speculazioni nelle settimane precedenti. In lizza c’era Doug Burgum, governatore repubblicano del North Dakota, che è stato uno degli sfidanti di Trump nelle primarie, ritirandosi ben presto, di fronte agli scarsi risultati, e dando il suo endorsement all’ex presidente. Diventato miliardario con una start up di software poi ceduta a Microsoft, anche Burgum in passato ha espresso giudizi negativi su Trump affermando nel 2023 che non avrebbe mai fatti affari con il tycoon perché “sei giudicato dal tipo di società che gestisci”. Salvo poi cambiare idea.
L’altro figura scartata è quella di Marco Rubio, il senatore di origine cubana della Florida. È stato a lungo lo sfidante di Trump durante le primarie repubblicane del 2016, ma dopo la vittoria elettorale di otto anni fa Rubio è diventato un grande alleato del tycoon, e in questa nuova corsa per la Casa Bianca gli ha dato da subito il suo endorsement.
La stretta sull’aborto
Dall’appuntamento politico è arrivato la temuta stretta sull’interruzione di gravidanza, ormai indebolita dopo che la Corte Suprema statunitense ha abolito la storica sentenza Roe v.Wade, mettendo fine alle garanzie costituzionali per l’aborto che erano in vigore da quasi 50 anni
I delegati alla convention repubblicana hanno approvato una nuova piattaforma del partito che abbraccia le posizioni politiche del presunto candidato Donald Trump, compreso un approccio che lascia agli Stati ogni decisione sulle restrizioni all’aborto, abbandonando la posizione di lunga data del partito a favore di un bando nazionale dell’interruzione di gravidanza.
La nuova piattaforma repubblicana include ancora un linguaggio che collega l’aborto al 14/o emendamento della Costituzione, lasciando aperta la strada a leggi o decisioni giudiziarie che offrirebbero ai feti le stesse protezioni delle persone. Ma l’approvazione del documento di 16 pagine ha comunque fatto infuriare alcuni sostenitori antiabortisti all’interno del partito, che vedono il linguaggio annacquato come un tradimento di una parte fondamentale della base repubblicana.
Fonte : Today