Mammut, come sono scomparsi gli ultimi dalla Terra?

I mammut lanosi sono la specie simbolo dell’ultima era glaciale. Grandi elefanti pelosi che hanno abitato le pianure ghiacciate del pleistocene per centinaia di migliaia di anni, prima di andare estinti con l’inizio dell’attuale periodo interglaciale. Per decenni, gli scienziati hanno indagato le ragioni della loro scomparsa definitiva, avvenuta circa quattromila anni fa, e quindi decine di migliaia di anni dopo che le temperature erano tornate a salire, erodendo l’habitat di questi antichi pachidermi. La domanda è la seguente: il loro è stato un lento declino, causato da un ambiente sempre più ostile e dai ripetuti incroci tra consanguinei in una popolazione sempre più piccola; o è stato invece qualche evento improvviso, come una catastrofe naturale o un’epidemia, a spazzare via le ultime colonie di mammut? Un nuovo studio pubblicato su Cell potrebbe avere la risposta, ottenuta dall’analisi dei resti di un esemplare noto nell’ambiente come “Lonely Boy”, ritenuto per lungo tempo uno degli ultimi mammut ad avere camminato sul nostro pianeta.

I mammut lanosi

Il mammut lanoso, o Mammuthus primigenius, è una delle ultime specie del genere Mammuthus apparse sulla Terra, dove ha vissuto tra i 200mila e circa 5mila anni fa. Si è evoluto per resistere al clima gelido del periodo glaciale, sviluppando una folta pelliccia, orecchie e coda di piccole dimensioni per ridurre la dispersione di calore, uno strato di grasso vascolarizzato spesso fino a 8 centimetri, una gobba di tessuto adiposo, e un lembo di pelle che proteggeva ano e testicoli, i quali non scendevano dalla cavità addominale come accade normalmente nei mammiferi.

Grazie alle sue caratteristiche uniche, ha dominato per migliaia di anni il gelido ambiente delle tundre del Nordamerica e dell’Eurasia. Ma quando queste hanno iniziato a ritirarsi per via delle temperature in aumento, intorno a 12mila anni fa, i mammut lanosi hanno dovuto fare lo stesso. Circa 10mila anni fa, una popolazione di mammut è rimasta bloccata sull’isola di Wrangel, a largo delle coste della Siberia a causa dell’innalzamento delle acque marine, e ha continuato a sopravvivere in isolamento per diverse migliaia di anni, fino a diventare l’ultimo baluardo di questa specie in estinzione.

Trattandosi di una piccola popolazione che non poteva avere contatti con esemplari provenienti dall’esterno, gli animali hanno continuato a riprodursi tra loro andando incontro (almeno per un certo periodo) all’inbreeding, cioè il continuo incrocio genetico tra individui strettamente imparentati. Un fenomeno che peggiora il pool genetico di una popolazione isolata come quella dei mammut di Wrangel, e che col tempo può persino portare all’estinzione. Per questo motivo, una delle ipotesi sulla scomparsa dell’ultimo nucleo di mammut della Terra è che si siano andati spegnendo lentamente, a causa di un corredo genetico sempre più debilitato.

Lo studio

Come raccontano gli stessi autori, il nuovo studio è il risultato di oltre 10 anni di ricerche sul dna estratto da 21 esemplari di mammut siberiani, vissuti lungo un periodo di circa 50mila anni. Comparando le mutazioni genetiche presenti in ciascuno di questi individui è stato possibile ricostruire l’andamento della popolazione di mammut, e la diffusione di varianti geniche dannose. Lonely boy è l’esemplare che ha fornito il contributo maggiore, ma riuscire a sequenziare il suo genoma non è stato facile: i ricercatori hanno impiegato quasi 10 anni per riuscire ad ottenere un campione utilizzabile. E una volta ottenuto, qualcosa non quadrava, e questo ha spinto i ricercatori ha ripetere la datazione del campione (effettuata ormai molti anni prima), e scoprire così che l’animale non era morto 4mila anni fa, come si credeva, ma circa 5.500. Lonely boy, quindi, non era mai stato uno degli ultimi mammut dell’isola di Wrangel.

Fonte : Wired