Wired 20-35: per la mobilità è l’ora della pluralità tecnologica

Poche auto elettriche girano ancora sulle nostre strade (251mila le Bev circolanti), ma sono più di 54mila i punti di ricarica distribuiti sul territorio, con i grandi comuni del Sud Italia che stanno crescendo con forza: Napoli sta scommettendo molto sulle colonnine e Bari si muove con decisione. Se guarda alla mobilità del futuro e alla necessità di decarbonizzare, Francesco Naso, ingegnere meccanico-energetico e segretario generale di Motus-E, è fiducioso: “L’elettrificazione per i veicoli leggeri è già una risposta sulla quale bisognerebbe puntare con decisione soprattutto quando si tratta di incentivi con fondi pubblici”, spiega nel corso della terza puntata di Wired 20-35, il podcast realizzato in partnership con Repower per esplorare le strade della nuova mobilità.

Dopo una carriera passata tra le reti elettriche, Naso è approdato a Motus-E che è l’associazione di riferimento in Italia per la mobilità elettrica, con operatori industriali dell’energia che collaborano fianco a fianco con i big dell’automotive. La missione dell’associazione è avvicinare mondi distanti per costruire pezzi di futuro. Secondo Naso il concetto chiave per accompagnare l’Italia nella nuova dimensione della mobilità è quello di “pluralità tecnologica”, cioè utilizzare tutte le diverse alimentazioni innovative, che possono essere elettrico, idrogeno o biocarburanti, per le varie tipologie di mezzi di trasporto.

Naso non dà “per scontato” che la filiera dell’automotive italiana sia a rischio con la transizione verso l’elettrico. Anzi. “Noi abbiamo un osservatorio e abbiamo chiesto alle imprese quale fosse l’impatto dell’elettrificazione sul modello di business e sul portafoglio prodotto: l’80% ci ha risposto o impatto nullo o impatto positivo. Novantasei di 2.400 imprese sono a rischio nel senso che hanno una produzione completamente spostata sull’endotermico, le altre hanno prodotti differenziati e potrebbero essere accompagnate anche attraverso supporti statali verso una supply chain elettrificata”.

Non risparmia critiche all’Unione europea, che ha peccato nella comunicazione sullo stop al motore endotermico: “Il 2035 doveva essere un obiettivo per l’industria, è stato comunicato male come un obiettivo per tutti i cittadini. Nessuno riceverà una visita a casa per rimuovere il proprio veicolo endotermico, tutti potranno girare con la propria auto a combustione interna”, ricorda Naso. “Ma c’è una grande fetta di italiani – chiosa il segretario di Motus-E – che può elettrificare con soddisfazione già da oggi: milione di autoveicoli che possono essere elettrificati senza sapere cosa accadrà tra undici anni. Undici anni sono quasi due cicli industriali”.

La serie è stata realizzata da Michele Chicco per la parte editoriale e da Giulia Rocco per la produzione e l’audio editing, con il coordinamento di Luca Zorloni.

Fonte : Wired