Come potrebbero cambiare le elezioni americane dopo l’attentato contro Trump

L’attentato a Donald Trump è destinato a cambiare le elezioni presidenziali degli Stati Uniti del prossimo novembre. Il proiettile che ha ferito all’orecchio il candidato repubblicano alla Casa Bianca servirà a dare un’ulteriore spinta nei sondaggi al tycoon, già davanti a Joe Biden in diversi stati, anche negli swing states che in diverse occasioni sono stati decisivi per uno o per l’altro candidato. 

Non ci sono dubbi: Trump trarrà indubbiamente vantaggio da questa situazione. La foto del photoreporter Evan Vucci, che ritrae Trump con il volto sanguinante, il pugno alzato e sullo sfondo la bandiera americana nel cielo blu di Butler (Pennysilvania), vale da sola più di mille comizi e mille interviste. Chi sta con Trump continuerà ad appoggiare l’ex presidente, chi appoggia Biden non cambierà idea. Ma in quella fascia grigia di indecisi alcuni potrebbero spostarsi verso Trump. E si sa che le elezioni americane si giocano spesso sul filo del rasoio di pochi voti in pochi Stati decisivi.

Attentato a Trump, la foto già iconica di Vucci (AP)

L’attentato sarà un tema che terrà banco nel dibattito pubblico e politico, arrivando persino a oscurare e mettere in secondo piano l’indole di Trump a diffondere falsità e fake news così come i suoi problemi con la giustizia.

Chi è Thomas Matthew Crooks, l’autore dell’attentato a Trump

I segnali ci sono già da tempo. Sfruttando la debolezza nei sondaggi del candidato democratico e attuale presidente Biden, aggravata dalle sue pessime performance televisive, il tycoon nelle ultime settimane ha anche provato a mutare il suo atteggiamento e la sua strategia, cercando di apparire più moderato per andare a cercare voti anche in nuove fasce di elettori. Anche dopo l’attentato, la sua reazione è stata “presidenziale”, ha invocato l’unità del Paese e ha ringraziato Dio che ha “impedito che l’impensabile accadesse”.

Il precedente del presidente Reagan, che salì nei sondaggi dopo l’attentato

I precedenti di presidenti finiti nel mirino degli attentatori possono aiutare Trump a sentirsi ulteriormente più tranquillo sulla sua vittoria al voto del prossimo 5 novembre. Quando nel marzo del 1981 il presidente repubblicano Ronald Reagan fu gravemente ferito da uno dei sette colpi di arma di fuoco sparati da John Hinckley dopo un comizio politico, i suoi indici di gradimento salirono temporaneamente di otto punti, arrivando quasi al 70 per cento dopo la sparatoria, che lo portarono (non senza difficoltà) a ottenere un secondo mandato presidenziale nel 1984 (vinse in 49 stati su 50 e ottenne il 59 per cento dei voti contro il democratico Walter Mondale).

Il presidente Ronald Reagan colpito da uno sparo nel 1981

Se Trump viene dipinto come un “eroe” (persino in Cina), il partito democratico deve affrontare la resistenza di Biden, che non sembra voler fare un passo indietro. Ogni giorno aumenta la convinzione che il presidente sia destinato a perdere. Da oggi bisognerà accelerare il dibattito interno al partito dell’elefante, approfondendo la riflessione sul candidato da opporre a Trump. I grandi saggi del partito, da Barak Obama a Nancy Pelosi, spingono per un cambiamento ma, fino a oggi, Biden, la sua famiglia e i suoi più stretti consiglieri sono stati irremovibili. Il presidente resta in corsa per ottenere una riconferma dagli elettori statunitensi. 

Fonte : Today