AGI – Irrompe nel bel mezzo dell’estate 2024, a meno di due settimane dalle Olimpiadi di Parigi, uno dei casi più sconvolgenti dello sport italiano ma anche internazionale: l’esclusione di Marco Pantani per ematocrito alto dal Giro d’Italia del 1999.
Ben 25 anni dopo la Dda della Procura della Repubblica di Trento ha deciso di riaprire un caso oscuro e misterioso che sconvolse il mondo del ciclismo. Al momento l’indagine è senza indagati ma l’ipotesi di reato è 416 bis finalizzato alle scommesse clandestine e collegato al decesso del ciclista. Marco Pantani venne trovato morto la sera del 14 febbraio del 2004 in una stanza del Residence ‘Le Rose’ di Rimini: un decesso che, oltre vent’anni dopo, è ancora avvolto nel mistero.
L’indagine coordinata dal procuratore capo Sandro Raimondi e affidata alla pm della Dda Patrizia Foiera è iniziata lo scorso anno dopo quanto emerso in Commissione Antimafia. Sul ‘caso Pantani’ aveva parlato anche Renato Vallanzasca e dieci anni fa rivelò, “mi dissero di scommettere contro il Pirata perché non avrebbe finito il Giro”.
Stando ai racconti, alle ricostruzioni e alle intercettazioni, Camorra sarebbe intervenuta per negare la vittoria della corsa rosa al campione romagnolo. La pm Foiera ieri si è recata nel carcere di Bollate per sentire Vallanzasca come testimone ma non è chiaro se l’ex re della mala milanese, da tempo affetto da demenza e per questo autorizzato dai magistrati a frequentare una struttura di cura, sia stato in grado di rispondere alle domande.
Sono trascorsi 25 anni e un mese da quando quella ‘maledetta’ mattina di sabato 5 giugno del 1999 a Madonna di Campiglio tra le montagne del Trentino, Marco Pantani venne escluso per ematocrito alto dal Giro d’Italia che stava dominando. Quel giorno segnò la fine della carriera sportiva, e profondamente anche la vita, dell’amato ciclista romagnolo. Pantani era il ‘Pirata’, era l’idolo dei tifosi delle due ruote anche fuori dai confini italiani.
La sua bandana, i suoi attacchi sempre in salita, le sue cavalcate trionfali, il suo modo di gestire le corse e la sua personalità, lo avevano fatto diventare ‘personaggio’ del ciclismo globale. Nello slang del ciclismo amatoriale era frequente sentire, “ma chi sei? Pantani”. “Cosa mi avete fatto? Cosa mi avete fatto?”, urlò Pantani quando venne a sapere che il tasso di ematocrito, ovvero la percentuale di globuli rossi nel sangue, era del 52%, quindi superiore al limite massimo consentito (50% con una tolleranza dell’1%).
In preda alla rabbia, Marco ruppe con un pugno il vetro di una finestra procurandosi un taglio. Erano le ore 10,10 del 5 giugno di 25 anni quando Pantani venne escluso dal Giro. Poche ore prima, alle ore 6,30, i medici dell’Uci (Unione ciclistica internazionale) salirono al secondo piano dell’Hotel Touring di Madonna di Campiglio ed entrarono nella stanza 27 di Marco.
Le cronache narrano che il controllo venne fatto solo un’ora e mezza dopo, alle 8. “Io sono stato controllato già due volte, avevo già la maglia rosa, avevo 46 di ematocrito – disse Pantani all’uscita dell’albergo scortato dalle forze dell’ordine -. Oggi mi sveglio con una sorpresa, credo che c’è qualcosa sicuramente di strano e devo dire che ripartire questa volta… Sono ripartito dopo dei grossi incidenti, ma moralmente questa volta credo che abbiamo toccato il fondo e in questo momento vorrei solamente un po’ di rispetto e un saluto ai tifosi e mi dispiace solo per il ciclismo che ancora una volta esce in un modo”.
Per protesta la Mercatone Uno-Bianchi si ritirò. Pantani era lanciato verso la vittoria del secondo Giro consecutivo (nel 1998 aveva vinto anche il Tour de France) e il giorno prima aveva trionfato a Campiglio la tappa iniziata a Predazzo. Il vantaggio su Paolo Savoldelli, che a seguito dell’esclusione di Pantani si rifiutò di indossare la maglia rosa, era di oltre cinque minuti, oltre sei su Ivan Gotti, quest’ultimo poi vincitore del Giro.
Ripercorrendo i racconti dell’epoca, si legge di un ‘clima strano, quasi surreale’ che si respirava sin dalla sera precedente come se qualcosa di grosso stesse per scoppiare. Due gli aspetti sicuri: la numerosa presenza di forze dell’ordine e la certezza che l’indomani i medici dell’Uci avrebbero proceduto al terzo e ultimo test antidoping obbligatorio.
Quella sera, come ha sempre dichiarato lo staff della Mercatone Uno-Bianchi, atleti compresi, Pantani si misuro’ l’ematocrito utilizzando la centrifuga e il risultato era del 48%, quindi conforme ai regolamenti. Lo stesso valore venne certificato nel pomeriggio del 5 giugno dopo un’analisi presso un centro autorizzato Uci a Imola.
Il ‘Pirata’ rientrò alle corse nel 2000, appassionò ancora i suoi tifosi staccando Lance Armstrong (poi squalificato perché ammise di aver fatto largo uso di doping) nella tappa di Courchevel. Nel 2003 l’ultimo Giro poi il ricovero in una struttura specializzata per curare depressioni e dipendenze. La sera del giorno di San Valentino del 2004 la notizia della morte per overdose di stupefacenti sulla quale la famiglia ha sempre chiesto di fare chiarezza.
Fonte : Agi